Ergastolo ostativo, la corte ha deciso: al mafioso non si può negare «la speranza».
Alle vittime e ai loro parenti invece, è negata barbaramente ogni speranza...tanto quel che è fatto è fatto.
I mafiosi e i terroristi responsabili di omicidi e stragi devono scontare la propria pena in carcere. Sembra un’ovvietà, ma da lunedì potrebbe non esserla più. L’ordinamento italiano beneficia infatti di uno strumento importantissimo, fortemente voluto dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e altrettanto strenuamente osteggiato dai mafiosi capimafia: l’ergastolo ostativo.
L’ergastolo ostativo – conosciuto con il termine di 4bis dell’ordinamento penitenziario - in una parola è una sorta di "lucchetto” che può applicarsi alla cella di mafiosi e terroristi quando la pena loro comminata prevede la reclusione a vita: il cosiddetto “fine pena mai”. Pur tuttavia nel nostro ordinamento (anche) chi viene condannato all’ergastolo ha diritto ad alcuni benefici (come la semilibertà) e può usufruire di permessi-premio. Se durante la detenzione ha tenuto una buona condotta e un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento, dopo 26 anni di carcere può essergli inoltre concessa la libertà condizionale.
L'assurdità
E così veniamo al punto. Il potenziale rischio insito nelle maglie di questa norma è venuto clamorosamente allo scoperto in seguito al ricorso presentato alla Corte Europea di Strasburgo (CEDU) da un ergastolano - si tratta di Marcello Viola, condannato per associazione mafiosa, sequestro di persona, omicidio e possesso illegale di armi - ricorso accolto dalla Corte che in più ha censurato il comportamento del nostro Paese.
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