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06 ottobre 2019

Premi ? NOOO.


Che cosa sono i " permessi premio.


Per me sono un ossimoro tra le 

parole carcerato e premio

ma per la legge sono un premio


Ai condannati che hanno tenuto regolare condotta e che non risultano socialmente pericolosi, il Magistrato di Sorveglianza, sentito il direttore dell’istituto, può concedere permessi - premio, di durata non superiore a 15 giorni, per consentire di coltivare interessi affettivi, culturali e di lavoro. La durata complessiva dei permessi non può superare 45 giorni in ciascun anno di espiazione.


La concessione dei permessi - premio è ammessa:
nei confronti dei condannati all’arresto, o alla reclusione non superiore a 3 anni, anche se congiunta all’arresto;nei confronti dei condannati alla reclusione superiore a 3 anni, salvo quanto previsto alla lettera c), dopo l’espiazione di almeno 1/4 della pena;nei confronti dei condannati alla reclusione per i reati indicati nel comma 1 dell’art. 4 bis, dopo l’espiazione di almeno metà della pena e, comunque, di non oltre 10 anni;


 Davide Morrone Ha ottenuto per la terza volta una licenza premio, dopo la condanna definitiva a 18 anni e a distanza di soli tre anni dall'omicidio,
Dopo l'omicidio, avvenuto secondo la ricostruzione degli inquirenti al culmine di una violenta lite dovuta alla grande gelosia del giovane, D. M., reo confesso, fu sottoposto a fermo, poi convalidato con contestuale emissione di ordinanza di custodia cautelare, e affidato all'istituto penale da dove, a fine gennaio, è uscito per essere affidato ad una struttura sanitaria per decisione dell’autorità giudiziaria che ha reputato le sue condizioni incompatibili con il regime carcerario, avendo il giovane tentato per due volte il suicidio. (AGI)  I giudici di primo grado,  avevano invece rigettato l’istanza dei due legali.  

Il padre di Fabiana Luzzi :" giudice è venuto a chiederci scusa, ci ha detto che non ci aveva fatti entrare per risparmiarci il dolore di sentire ancora una volta lo scempio di cui era stata vittima Fabiana. Ma intanto aveva ridotto la condanna da 22 a 18 anni»" 

Per quale motivo?
«Gli hanno riconosciuto la seminfermità mentale e la mancanza di premeditazione. A lui, che dopo avere accoltellato mia figlia è scappato, e quando è tornato con una tanica di benzina e ha trovato Fabiana viva, mentre lei lo supplicava di non farle più del male, le ha dato fuoco».


A far esplodere le polemiche è stata la decisione di concedere un’autorizzazione a uno dei giovani per uscire temporaneamente dal carcere minorile di Airola (Benevento), dopo poco più di un anno di detenzione cautelare, e festeggiare il 18esimo compleanno con la propria famiglia, in una canonica a poca distanza dal carcere. Nel corso dell’incontro sono state scattate alcune foto della festa (con il ragazzo in compagnia della fidanzatina e di amici sorridenti) che qualche giorno dopo una parente del giovane ha pubblicato su un social network, provocando la comprensibile reazione dei familiari della guardia giurata uccisa. Annamaria, la vedova di Della Corte, ha ricordato che i tre giovani “non hanno mai mostrato un minimo pentimento per l’atroce delitto commesso ai danni di un padre di famiglia”. “Io, che ho perso mio marito 


I diritti delle Vittime raramente vengono rispettati nonostante siano tutelati a livello internazionale.

Le Vittime non hanno scelto di esserlo. Lo sono a causa della scelta di qualcun altro. Lo sono ancora quando la giustizia tutela “prima” i colpevoli; quando un assassino chiede una libertà prematura
  aggiungerei, quando gli danno UN PERMESSO PREMIO
 ritenendo  questo trattamento un affronto alla memoria della vittima e al dolore dei genitori 
un totale di circa 600 omicidi di donne, in Italia, negli ultimi quattro anni









7 commenti:

Cesare ha detto...

I processi e le leggi sono fatti dagli uomini, e gli uomini sbagliano. Socrate diceva di seguire le leggi, il comune sentire propende piuttosto per la vendetta. E' un problema antico e mai risolto.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

I permessi premio come altre forme volte a far uscire il condannato di prigione per brevi periodi (penso al regime di semilibertà per es. ) dovrebbero essere concessi con molta maggiore attenzione e severità e nel caso di situazioni nelle quali il condannato possa tornare dalla sua vittima per magari ucciderla non essendoci riuscito la prima volta, magari anche mai concessi.

Giancarlo ha detto...

Mi viene in mente una sola parola " VERGOGNA "
Buon inizio settimana.

Tomaso ha detto...

Cara Cristiana, non voglio commentare una cosa che posso solo dire forte! VERGOGNA!!!
Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso

Zio Scriba ha detto...

Stanno parlando di far uscire ("Arresti domiciliari", immagino NON in un monolocale...) quello che ha fatto uccidere e sciogliere nell'acido un bambino, perché l'ergastolo è una cosa brutta e tanto tanto cattivona... Non ho parole. Preferisco non averne.

(In compenso continuo, imperterrito, ad avere parole da romanziere: dalle mie parti troverai una - spero gradita - sorpresa!)
Un abbraccio.

Dumdumderum ha detto...

Purtroppo è la legge che non rispetta le vittime; i giudici non possono fare altro che applicarla - altrimenti poi si ritrovano con l'avvocato del criminale di turno che pianta loro un ricorsone inverosimile, e magari pure lo vince. O si riscrive la legge, in modo che PUNISCA i criminali e li lasci PUNITI, e soprattutto si verifica che esista (adesso metterò un'espressione in lingua aliena) la CERTEZZA DELLA PENA, oppure continueremo a vivere in uno stato che protegge i criminali e criminalizza le vittime.

Gus O. ha detto...

La funzione del carcere di allontanare dalla società un uomo pericoloso prevede anche un impegno forte per favorire il cambiamento del recluso. Un compito molto difficile, logicamente disatteso, e le conseguenze sono evidenti.