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30 gennaio 2020

Di male in peggio.

Indagine Eurispes su antisemitismo e razzismo. In Italia si moltiplicano le persone che non credono all’Olocausto e ‘giustificano’ Mussolini. ROMA – Il 15,6% degli italiani non crede all’Olocausto. E’ questo il risultato dell’indagine Eurispes su antisemitismo, razzismo e sicurezza. Secondo quanto specificato da questo sondaggi, gli episodi isolati contro gli ebrei non sono un indice reale di intolleranza. Per molti (60,6%) il problema di queste aggressioni è il linguaggio basato su odio e razzismo. L’altro dato da evidenziare come quasi il 20% ‘giustifica’ Mussolini. Per loro il Duce è stato un grande leader che ha commesso solo qualche sbaglio. 

I dati pubblicati dopo le parole di Liliana Segre Il rapporto dell’Eurispes è stato pubblicato il giorno dopo le parole di Liliana Segre al Parlamento Europeo. La senatrice ha ribadito che ancora oggi molte persone credono che l’Olocausto non sia esistito. Affermazione confermata anche dai dati con una percentuale cresciuta di oltre 10 punti percentuali. In crescita anche le persone contro gli immigrati. Numeri che spaventano visto il clima che si è creato nel nostro Paese. 

Mi consola il fatto che molti italiani  pensano che gli attacchi verificati negli ultimi settimane sono dovuti al linguaggio d’odio utilizzato dai politici e non solo.

I
l mondo va a rovescio, nonostante l'informazione ricca di documenti e filmati che grazie ad  Internet ha raggiunto tutto il mondo civilizzato,  Il 15,6%  non crede  nell' Olocausto e il 20%  giustifica Mussolini e afferma che il  Duce è stato un grande leader che ha commesso solo qualche sbaglio. Mi ricordano molto i TERRAPPIATTISTI  soprattutto  chi  con il terrapiattismo ci vive, o ne ricava un vantaggio personale come un secondo stipendio a suon di libri venduti, gadget rifilati e convegni organizzati.

Purtroppo coloro che speculano sul negazionismo della Shoah sono assai più pericolosi ; i loro virus stanno proliferando in cellule dannose  che raggiungono cervelli deboli, pronti a recepire male e odio .

29 gennaio 2020

Michela Murgia



A mio modesto parere, questa donna, Michela Murgia, sa quello che dice e sa come dirlo.
Vi consiglio questa breve lettura..

«Essere democratici è una fatica immane. Significa fare i conti con la complessità, fornire al maggior numero di persone possibile gli strumenti per decodificare e interpretare il presente, garantire spazi e modalità di partecipazione a chiunque voglia servirsene per migliorare lo stare insieme. Inoltre non a tutti interessa essere democratici. A dire il vero, se guardiamo all'Italia di oggi, sembra che non interessi più a nessuno, tanto meno alla politica. Allora perché continuiamo a perdere tempo con la democrazia quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura? Il fascismo non è un sistema collaudato che garantisce una migliore gestione dello Stato, meno costosa, più veloce ed efficiente?». Michela Murgia usa sapientemente la provocazione, il paradosso e l'ironia per invitarci ad alzare la guardia contro i pesanti relitti del passato che inquinano il presente. E ci mette davanti a uno specchio, costringendoci a guardare negli occhi la parte più nera che alberga in ciascuno di noi.

28 gennaio 2020

Io non lo sapevo.








Ieri , sul canale RAI Movie, ho visto questo film  venendo a conoscenza che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e nonostante il Processo di Norimberga, la gran parte dei tedeschi  aveva scelto di fare lo struzzo

Il 19 agosto 1965 si concludeva il processo di Francoforte, processo contro 22 imputati dei crimini commessi nel campo di concentramento ad Auschwitz. Fu la scossa che portò molti superstiti a raccontare ciò di cui furono vittima, tra loro la voce dell’intellettule Amery


La conclusione del secondo conflitto mondiale ha portato con sè per alcuni anni diversi segreti sui crimini perpetrati dai tedeschi ai danni degli ebrei.
Da una parte il silenzio dei tedeschi che cercavano di ripartire, ricominciare dall’onta di vergogna che li aveva colpiti e che attesero solo il 1963 per istituire un processo nazionale contro i criminali di guerra, il processo di Francoforte.
Dall’altra parte il silenzio degli ebrei, tentato d’esser rotto da Primo Levi che ha però visto respinta la sua opera dalle più grandi casi editrici e non appena riuscì nell’intento di pubblicare il romanzo “Se questo è un uomo”, con l’aiuto di un editore minore, non è riuscito a riscuotere il successo che un racconto del genere meritava anche a causa, probabilmente, del negazionismo che ha preso piede negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto.
Se le motivazioni “dell’amnesia” tedesca erano prevedibili ed erano, presumibilmente, atte a cercare di salvare il più possibile l’immagine di uno stato che dalla guerra ne era uscita decisamente compromessa, il silenzio del popolo ebraico era sicuramente un fenomeno inaspettato e pesava come un macigno.
In Germania il 27 gennaio non è una ricorrenza fissa e immobile, ma è appunto un Gedenktag, giorno che diventa occasione per riflettere oltre che ricordare. Dal 1996 il 27 gennaio è il Tag des Gedenkens an die Opfer des Nationalsozialismus, il giorno del ricordo delle vittime del nazionalsocialismo, in cui si ricorda la liberazione dei sopravvissuti nel Lager di Auschwitz-Birkenau a opera dei soldati dell’Armata Rossa.In un passo del suo discorso in occasione del Gedenktag del 2015 Merkel ricorda con onestà: “Quello che è accaduto riempie di vergogna noi tedeschi. Ci sono stati tedeschi responsabili delle sofferenze e del dolore di milioni di persone, responsabili o esecutori, persone che non hanno voluto vedere o che sono rimaste in silenzio.”

27 gennaio 2020

olocausto

http://www.televideoteca.it/quante-storie/24-gennaio-2020-535819 il filmato
https://ilmanifesto.it/ginette-kolinka-per-ricordare
-chiudo-gli-occhi-e-rivedo-tutto-davanti-a-me/  IL RACCONTO
Ginette Kolinka : " Per ricordare chiudo gli occhi e rivedo tutto davanti a me"
«Un tempo mi commuovevo anche solo leggendo un romanzo rosa, ma dopo Birkenau ho smesso di piangere quasi del tutto». Ginette Kolinka ha 95 anni,, ne aveva 19 all’epoca, che nel marzo del 1944 fu arrestata dalla Gestapo e dalla Milizia di Vichy La sua famiglia, denunciata ai tedeschi in quanto comunista era già fuggita da Parigi nell’estate del 1943 per rifugiarsi a Avignone nella cosiddetta «zona libera», dove, questa volta perché ebrei, lei, suo padre, il suo fratellino Gilbert di 12 anni e un suo nipote saranno nuovamente vittime di una delazione che li porterà prima a Drancy e quindi in Polonia. Solo Ginette farà ritorno a casa, gli altri finiranno nelle camere a gas appena arrivati nel campo.  Al momento della liberazione pesava solo 26 chili, ha scelto negli ultimi vent’anni di raccontare ai giovani ciò che ha vissuto.Ha anche  deciso di sostenere l’attività dell’Union des déportés d’Auschwitz partecipando agli incontri nelle scuole e accompagnando gli studenti nei «viaggi della memoria». Nei giorni scorsi ha presentato il suo libro Ritorno a Birkenau, scritto con la giornalista Marion Ruggeri.


Nelle prime pagine del suo libro l’arrivo nel campo è descritto così: «fin lì eravamo ancora esseri umani». Poi, cosa succedeva?
Che in poco, pochissimo tempo si diventava «niente». Appena arrivate venivamo ammassate in una grande sala e costrette a spogliarci completamente. Ricordo ancora la vergogna di essere nuda davanti a delle estranee. Cercavo di coprirmi come potevo con le mani, ma una delle addette mi prese il braccio per tatuare la matricola: 78599. Altre donne cercavano di grattare via quel numero, pensavano di poterselo togliere, ma io ero sopraffatta dal pudore, pensavo solo al fatto di essere nuda. Poi venivamo rasate, prima la testa e quindi il pube. Infine ci davano dei vecchi vestiti per coprirci in qualche modo. Non le divise a strisce che si vedono nei film. No, per le prigioniere ebree a Birkenau perfino quello era considerato un lusso. Così, a poche ore dal nostro arrivo tutto era cambiato intorno a noi. Umiliate in ogni modo, la mente svuotata, ci preparavamo a fare della sopravvivenza il nostro solo orizzonte. La nostra umanità era stata spazzata via.

In «Ritorno a Birkenau» lei descrive proprio cosa abbia significato, giorno dopo giorno questa lotta per la sopravvivenza…
Non ci sono parole né film per descrivere davvero ciò che abbiamo vissuto nel lager. Ciò che l’odio ha spinto i nazisti a fare, ciò che ci hanno fatto subire. È impossibile anche solo da immaginare. Al risveglio, i colpi di frusta che spezzano le ossa, l’appello, la fame, questa zuppa che assomiglia a dell’acqua sporca raccolta in una ciotola arrugginita, la sete, il freddo, il lavoro, ancora i colpi subiti, le punizioni. Il fumo che esce dall’edificio vicino al nostro blocco e quell’odore di carne bruciata e di sporcizia. A ripensarci, mi sento morire. Ma, all’epoca, cercavo solo di sopravvivere. Avevo fame e trovare da mangiare era la prima e talvolta l’unica preoccupazione che avevo in testa. Per anni, una volta tornata a casa mi ritrovavo a frugare nella pattumiera in cucina alla ricerca di qualcosa di commestibile.
In Francia l’antisemitismo è tornato d’attualità, ci sono state violenze e perfino omicidi. Come è possibile a più di settant’anni dalla liberazione di Auschwitz?
Non c’è un tempo per l’odio, le persone ce l’hanno dentro, quasi non sanno neppure perché ma è lì pronto a venir fuori in ogni momento. Ci sono individui che crescono immersi nell’odio, ne fanno quasi la propria ragione di vita e talvolta lo tramandano da una generazione all’altra. Del resto, si sa, quando le cose vanno male la gente non pensa mai di essere responsabile delle proprie sventure: è sempre colpa di qualcun altro. E l’«altro» è sempre una minoranza, a cominciare dagli ebrei.


“Se comprendere è possibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Primo Levi

https://lab.gedidigital.it/repubblica/2020/cronaca/giorno-della-memoria-pietre-di-inciampo/?ref=RHPPLF-BH-I246854920-C8-P4-S1.8-T1 
La mappa interattiva delle oltre 1.300 piccole targhe d'ottone installate in 123 Comuni per non dimenticare le deportazioni nei campi di sterminio nazista

DOVE SONO LE PIETRE D'INCIAMPO DALLE VOSTRE PARTI? Nel comasco solo una - 1 - ad Appiano Gentile.

25 gennaio 2020


https://www.zazoom.it/2020-01-24/quanto-e-vicina-la-fine-del-mondo-100-secondi-appena-per-lorologio-dellapocalisse/6157180/

100 secondi all'apocalisse: 
il Doomsday Clock segna l'ora più vicina alla mezzanotte della storia.
L'orologio del giorno del giudizio, attivo dalla Guerra fredda, segna solamente 100 secondi alla mezzanotte. I due pericoli principali, ribadiscono gli esperti, sono le armi nucleari e il cambiamento climatico.
Quando il Doosmaday Clock è stato creato nel 1947, all’inizio della Guerra fredda, quando segnava 7 minuti alla mezzanotte. “ Ora Mancano 100 secondi a mezzanotte”, commenta Rachel Bronson, presidente del Bulletin of the Atomic Scientists. “Ora stiamo esprimendo la vicinanza del mondo alla catastrofe in pochi secondi"
  • Nel documento ufficiale appena diffuso, gli esperti hanno evidenziato le due principali criticità che si devono affrontare con estrema urgenza sia dai leader mondiali che dai cittadini per salvare l’umanità e il nostro pianeta: le armi nucleari e i cambiamenti climatici. E sebbene l’opinione pubblica stia mostrando un briciolo di speranza per un’azione mirata sul clima, non c’è invece la stessa intenzione da parte dei governi per evitare i rischi legati alle minacce nucleari. “Finché saranno disponibili le armi nucleari, è inevitabile che un giorno vengano usate, per caso, errori di calcolo o di progettazione”, ha sottolineato Robinson .
  • Ma i pericoli non finiscono qui. Secondo Robert Rosner, a capo del Science and Security Board del Bulletin of the Atomic Scientists, la disinformazione e le fake news stanno minando la fiducia nelle istituzioni politiche, nei media, nella scienza e nell’esistenza della realtà oggettiva e la capacità della società “di capire ciò che è vero e ciò che è palesemente falso. Per non parlare del controllo sugli armamenti nucleari che rischia di estinguersi del tutto. “Nel mondo nucleare, i leader mondiali hanno minato diversi importanti trattati e negoziati sul controllo degli armamenti nel corso dell’ultimo anno e la cooperazione Usa-Russia sul controllo degli armamenti è ormai quasi inesistente.
    E se da una parte la guerra nucleare rimane una minaccia, il riscaldamento globale continua a intensificarsi, da quando Trump ha deciso di ritirare gli Stati uniti dall’accordo di Parigi. . Alle riunioni del clima delle Nazioni Unite dell’anno scorso, i leader hanno tenuto discorsi eccellenti ma hanno presentato strategie limitate per abbassare ulteriormente le emissioni di anidride carbonica che stanno sconvolgendo il clima del nostro pianeta

    24 gennaio 2020

    Ultime battute prima di domenica


    Scritta antisemita sulla porta, il figlio di Lidia Rolfi: "Come si fa a non pensare al citofono di Salvini?"


    "Come si fa a non pensare al citofono di Salvini? Tutto questo rientra da un lato in un clima violento, di odio che genera odio. "Juden hier" era la frase usata nella Notte dei Cristalli per individuare le case degli ebrei; e dall'altro denota ignoranza, perchè noi non siamo di religione ebraica. Questa scritta può essere qualunque cosa: dal gesto sconsiderato al frutto del clima avvelenato di questi giorni". Così Aldo Rolfi, figlio di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana e testimone dell'Olocausto, che stamattina ha trovato sulla sua porta di casa la terribile scritta antisemita corredata da una stella a sei punte
    di ALESSANDRO CONTALDO

    O comunque al clima di odio che si respira in italia "grazie" all'invasione salviniana


    L'unione fa la forza.

    "Meme" (che viene pronunciato in inglese "meem" e non "me-me") è l'abbraviazione di "Mimeme"  è una parola che deriva dal Greco e significa "ciò che viene imitato".
    L'unione fa la forza e questo sarà il mio meme fino a lunedì. Mettetelo sui social anche voi.


    23 gennaio 2020

    Rai, il "comizio" di Salvini a Porta a Porta. Bonaccini: "Clamoroso". Le scuse di Vespa: "Una svista: ho proposto di riequilibrare"


    Il sottosegretario Martella: "Quello che accade in Rai alla vigilia delle elezioni in Emilia Romagna è preoccupante". Rai1 provvederà al riequilibrio stasera 

    Tanto il danno è fatto e Vespa non lo schioderà mai nessuno,
     è lui che ha carta bianca, non la Berlinguer.
    Ieri sera 
    Su Rai 1 la partita di Coppa Italia Juventus-Roma ha conquistato 6.577.000 spettatori pari al 24.9 per cento di share. Su Canale 5 Chi vuol esser milionario? ha raccolto davanti al video 2.720.000 spettatori pari al 14.6 per cento di share. Su Rai 2 L’Amica Geniale ha interessato 1.680.000 spettatori pari al 6.9 per cento di share. Su Italia 1 Jason Bourne ha catturato l’attenzione di 1.309.000 spettatori (5.7 per cento).

    Come riequilibrano stasera?
    Improvvisando una partita della Nazionale ?
    Trasmettendo un potpourì di filmati very hard? Un'esecuzione sulla sedia elettrica, gentilmente concessa da Trump? Voi cosa suggerireste?

    22 gennaio 2020

    Er Gandhi de noantri

    https://haldeyde.blogspot.com/
    Non sapevo , ma grazie al blog di 'haldeyde" , sempre informato , ho saputo di questa ultima messinscena della lega.
    Da ieri , nella nostra storia, comparirà   "er Gandhi de noantri".
    " Migliaia di italiani   hanno digiunato per il loro leader. La Lega infatti aveva lanciato sito e hashtag: #digiunopersalvini, per esprimere la vicinanza al capo che va a processo per il caso della nave Gregoretti. Il sito prevedeva: “Io sto con lui per un giorno”
    Chissà che non si siano disintossicati dal virus m.s.
    Ho anche scoperto che la bestia è un amante del fish and chips, purchè siano sardine.

    21 gennaio 2020

    Il pericolo N° 1

    GRETA"Tutti parlano 
    di clima ma non è 
    cambiato niente"
    Trump: "Ambientalisti 
    profeti di sventura" 
    Quasi a dire che sono dei menagramo, che gufano.

    20 gennaio 2020

    UNA PRESA IN GIRO

    https://genova.repubblica.it/cronaca/2020/01/20/news/furbetti_del_cartellino_a_sanremo_assolti_il_vigile_che_timbrava_in_mutande_e_altri_nove-246211279/?ref=RHPPLF-BH-I246214189-C8-P8-S1.8-T1
    Furbetti del cartellino a Sanremo, assolti il vigile che timbrava in mutande e altri nove: "Torturato mediaticamente"
    L'allora premier Matteo Renzi di fronte alla foto del vigile in mutande accusato di assenteismo disse: "Questa è gente da licenziare in 48 ore. E' una questione di dignità". Ma quattro anni dopo quello stesso vigile, simbolo di mala amministrazione è stato assolto. Infatti, dieci imputati fra i 42 coinvolti nell'indagine sui "furbetti del cartellino" di Sanremo sono stati assolti oggi dal giudice per le udienze preliminari Paolo Luppi perché "il fatto non sussiste".
    Ora con l'assoluzione - ma la procura presenterà sicuramente ricorso - per Muraglia ed altri potrebbero aprirsi le strade per una richiesta di reintegro. Molto dipenderà dalle motivazioni.

    Io una soluzione, per tagliare la testa al toro,  l'avrei : mettere in galera il giudice che ha emesso questa sentenza, se non altro per presa in giro a tutto il popolo di lavoratori onesti, in Italia.