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23 aprile 2020

hai visto mai.

La nicotina potrebbe avere un effetto protettivo dall’infezione di nuovo coronavirus: questa l’ipotesi alla base di studi preventivi e terapeutici che saranno presto lanciati dall’ospedale parigino di La Pitié Salpêtrière e che stravolge le convinzioni scientifiche sostenute dalla maggior parte dei virologi secondo cui fumo e obesità sono i fattori che aumentano la letalità del Covid-19.
Lo riferisce l’agenzia France Presse precisando che i test saranno effettuati con cerotti alla nicotina. Ad aver spinto gli studiosi ad approfondire l’ipotesi, il fatto che tra i pazienti ricoverati per Covid-19 in vari ospedali nel mondo ci fosse un numero ridotto di fumatori abitudinari. Prime ricerche già svolte, non ultima quella realizzata in Francia su 350 pazienti ricoverati e 150 che hanno consultato il proprio medico, tutti positivi al Covid-19, “solo il 5% erano dei fumatori” ha detto all’Afp Zahir Amoura, professore di medicina interna e autore della ricerca in questione.
Dopo il via libera definitivo ai test da parte del ministero della Salute francese, il team di Amoura applicherà patch alla nicotina con dosaggi diversi e con tre modalità diverse: preventiva per capire se possono funzionare per proteggere il personale medico-sanitario; terapeutica su pazienti ricoverati per cercare di diminuire la sintomatologia e sui pazienti gravi in rianimazione.
Sempre secondo il neurobiologo francese, i pazienti fumatori ricoverati rischiano il deteriorarsi delle condizioni di salute a causa dello stop obbligato e immediato all’assunzione di tabacco: un effetto che sarà verificato durante lo stesso studio.
La congettura dei ricercatori francesi va in direzione opposta rispetto a precedenti anamnesi e studi clinici che finora hanno indicato nel fumo un fattore di rischio aumentato di fronte al virus, alla stregua dell’obesità. Negli Usa si è fatto riferimento diretto a questi due fattori per spiegare l’alta percentuale di afroamericani contagiati rispetto ai Wasp. 
Numeri alla mano, “tra i fumatori ci sarebbe 80% di pazienti Covid-19 in meno rispetto al resto della popolazione generale dello stesso sesso e della stessa età” ha sottolineato Amoura, neurobiologo di fama mondiale, esperto dei recettori della nicotina, la cui ultima ricerca è stata pubblica sui Comptes Rendus de Biologie dell’Accademia delle Scienze, di cui fa parte.
“L’ipotesi è che fissandosi sul recettore cellulare utilizzato anche dal coronavirus, la nicotina gli impedisca o lo trattenga dal fissarsi, bloccando così la sua penetrazione nelle cellule e il suo propagarsi in tutto l’organismo” secondo Jean-Pierre Changeux, membro dell’Istituto Pasteur e del Collège de France.
I ricercatori ipotizzano che il “recettore nicotinico dell’acetilcolina” abbia un ruolo centrale nel propagarsi del coronavirus e sia all’origine della varietà di sintomi del Covid-19, tra cui la perdita dell’olfatto e disturbi neurologici.
"È pericoloso anche solo ventilare che una pessima abitudine, come il vizio del fumo, possa aiutare a fronteggiare quella che oggi è la principale emergenza epidemica", ha detto all'AGI Giovanni Maga, il direttore dell'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia.


Sono anni,  da quando è venuta alla luce la pericolosità del fumo , senza dubbio a causa del  mio senso di colpa che deriva dal fatto di non riuscire a smettere di fumare, che spero   in uno studio che accerti che il fumo può essere positivo. Si era parlato di Alzheimer, ma nulla è stato confermato 

Penso che se la nicotina agisse veramente contro il coronavirus qualche rischio si potrebbe correre



11 commenti:

Gus O. ha detto...

Io ho visto le mie lastre ai polmoni sette anni dopo aver smesso di fumare. Erano affumicati. Uno schifo quando mi hanno mostrato quelle di un non fumatore.
Per me è una bufala. Poi c'è differenza tra palliativi e farmaco o vaccino che fa fuori Covid-19.
Ricordo anche che in molti avevano detto che i fumatori erano soggetti a rischio. Il fatto è che oltre la nicotina nel fumo ci sono almeno 50 sostanze cancerogene.

Cesare ha detto...

I fumatori non sono a rischio di prendere il virus più degli altri. Se però uno si becca la polmonite virale, fumo e obesita, che riducono la capacità respiratoria, aumentano la probabilità di restarci.
Finora l'unica cos certa è che il virus non fuma. O, se fuma, non aspira.

kermitilrospo ha detto...

Io ho smesso (di nuovo) da qualche anno e adesso con la mascherina sarebbe cosi scomodo che penso di non ricominciare :)

Gus O. ha detto...

kerm, è una vigliaccata dei media. Perché gli scienziati hanno parlato di nicotina d non di sigarette. Sono due cose diverse.

Gus O. ha detto...

Unk, non si tratta di probabilità di prendere Covid, ma di polmoni ridotti male a causa del fumo.
I media pescano nel torbido. E' un'informazione scorretta.

Mariella ha detto...

Fai la brava, non accampare scuse.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

È una bufala alla quale molti fumatori si sono aggrappati nella speranza di giustificare il loro vizio :-)))

Sari ha detto...

Ci fossero dubbi, pur minuscoli, le grandi compagnie del tabacco americane non avrebbero sborsato tutti quei dollari a risarcimento delle vittime. Ora sui pacchetti, a salvaguardia di certi portafogli, c'è l'avviso che il fumo fa male.
Ci sono altre sostanze che fanno male: droga, alcool, cibo spazzatura, bevande, medicine, programmi televisivi, pubblicità ingannevole, ecc... Ognuno ha il suo vizio e il mio è il cioccolato. Lo tengo a bada come posso, così come farai tu con il tuo.
Ciao.

Sari ha detto...

Noto ora come le mille sigarette in bocca, nella foto del post, somiglino al coronavirus.

Cesare ha detto...

Più tossico del fumo e più letale del virus è il protervo insistere di certi politicanti a fomentare il vittimismo e la paranoia antieuropea, secondo cui il nord-europa vorrebbe asservire l'Italia e affondarla. I deboli di mente tendono a cascarci. La malafede di molti altri ne approfitta.

cristiana marzocchi ha detto...

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