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04 aprile 2020

Chi si sente di rispondere?

Se potessi fare a Papa Francesco questa domanda : " Perché Dio  ha sottoposto Adamo ed Eva , un uomo e una donna, ovvero un maschio e una femmina, alla tentazione, ben sapendo, nella sua onniscienza , preveggenza e onnipotenza, come avrebbero reagito e che sarebbe stato costretto a sacrificare suo Figlio?" come mi risponderebbe, a vostro parere?



28 commenti:

Cesare ha detto...

Si aspettava che si amassero, non che facessero le porcherie...

Claudia Turchiarulo ha detto...

Bella domanda.
Aspetto le ipotesi dei cattolici. ;)

MikiMoz ha detto...

Con la storiella del libero arbitrio, e di Dio che sì, sa tutto, ma se ne frega e finge di non saperlo... XD

Moz-

kermitilrospo ha detto...

La Bibbia è un antico libro che aveva il compito di spiegare la vita agli esseri umani. La religione è venuta poi per spillare soldi e servizi a chi si sottometteva ad essa. Il Papa in fin dei conti potrebbe rispondere alla tua domanda solo con una risposta da "catechismo".

cristiana marzocchi ha detto...

Ma col catechismo saremmo da capo.

cristiana marzocchi ha detto...

Un sadismo catastrofico.

cristiana marzocchi ha detto...

Avrebbe almeno dovuto ignorare gli ormoni come la oosocitina.

cristiana marzocchi ha detto...

OSSITOCINA

Andrea Sacchini ha detto...

È una delle millemila contraddizioni e incoerenze che permeano il cristianesimo. A rigor di logica, un Dio che viene descritto onnipotente e onnisciente, come dice chi recita il Credo alla messa, non poteva non sapere ciò che avrebbero combinato quei due una volta messi alla prova. Qui è la contraddizione, contraddizione che è funzionale alla sopravvivenza del cristianesimo. Se infatti i due nostri antichi progenitori non avessero disubbidito, commettendo il famoso peccato originale, cosa sarebbe poi venuto a fare Gesù Cristo? La favoletta del peccato originale, una delle massime assurdità teologiche in circolazione, è il pilastro su cui si basa la religione cristiana, se si toglie quello crolla tutto. E allora bisogno tenerlo in piedi per forza, nonostante peccato originale e onniscienza di Dio non possano assolutamente stare in piedi sul piano logico. Ma la fede ha risposte a tutto, comprese le molteplici illogicità che ne sostengono tutto l'impianto.

Scott ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Gus O. ha detto...

Nessuno può rispondere sostituendosi a Dio. Non può farlo nemmeno il Papa. La volontà di Dio è imperscrutabile. In ogni caso la teologia parla del peccato originale.
Il peccato originale compiuto da Adamo ed Eva è stato un atto di superbia, per il quale i nostri due, suggestionati, da Satana, hanno preteso di mettersi al posto di Dio e di segnare con la loro volontà ciò che è bene e ciò che è male.
Dio non manda le tentazioni. Non bisogna dimenticare il Libero arbitrio. Sapendo come sarebbe finita la cosa sarebbe stata una farsa non degna di un dio. Dio, è vero, sa tutto ma avrebbe potuto azzerare questa sua facoltà.
Ci sono concetti che la nostra mente non può comprendere. Come è possibile immedesimarci nel concetto di Eterno? Cioè che è sempre esistito, non è mai nato e non può morire?
Cristo, metà Dio e metà uomo, ha detto: "Chi crede in me vivrà in eterno".
Il cristiano è uno che crede in Cristo come descritto nei Vangeli. E' una proposta di vita che si basa sulla sua esperienza terrena e nei Comandamenti.
Cristo ha vissuto da uomo e con la Fede nel Padre e da uomo ha subito dei cedimenti ma non ha peccato. E' un esempio, impossibile da imitare, perché il cristiano non ha sufficiente fede per farlo. Qualcuno, come San Francesco ha fatto più degli altri.

cristiana marzocchi ha detto...

AAAAA GUS
Ti rendi conto che continui ad avvoltolarti su testesso, senza mai arrivare ad una risposta logica ?
"Il peccato originale compiuto da Adamo ed Eva è stato un atto di superbia, per il quale i nostri due, suggestionati, da Satana"
E il Dio onnisciente non lo sapeva che avrebbe perso contro Satana?
Se vuoi dire che Satana è più potente di Dio e della Santissima Trinità, forse si può intravedere una ragione in questi disastri umani ( guerre, carestie, malattie, epidemie) ma allora bisognerebbe credere nel demonio, altra assurdità inventata da quasi tutte le religioni monoteistiche.
Detta terra-terra, è un cane che si morde la coda.
Hai detto che sei andato in Terra Santa e che hai toccato con mano : ci puoi illuminare?

Gus O. ha detto...

Tu non hai bisogno di luce. Io dico quello che so e non offendo con arrotolamenti vari.
Voltaire, l'illuminista ateo osservando il Cosmo l'ha definito perfetto, come un orologio, per poi aggiungere : "Se esiste un orologio, non posso negare che debba esistere un orologiaio". Questa è la mia logica.

Andrea Sacchini ha detto...

Il quesito posto da Cristiana si può affrontare solo in due modi: alla luce della fede oppure alla luce della ragione. Alla luce della fede tutto acquista un senso; alla luce del raziocinio nulla ha senso. Shopenauer, mi pare, diceva: "O si ragiona o si crede". Io mi tengo la ragione, ma ognuno è libero di tenersi ciò che più gli aggrada: liberissimo.
Per quanto riguarda Voltaire e l'orologio, consiglio a chi vuole la lettura de L'orologiaio cieco, di Richard Dawkins, uno dei saggi più belli pubblicati su questi argomenti.

Tomaso ha detto...

Cara Cristiana, ecco una domanda che pochi oppure nessuno Sto arrivando! bene rispondere!!!
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso

Gus O. ha detto...

Andrea, ho seguito molti corsi di teologia e la prima cosa che mi hanno insegnato è di non parlare di religione.
La mia vita è ragionevole, se non lo fosse sarebbe disumana.
Parlo di Dio ma è più corretto parlare di Mistero, come ha scritto Luigi Giussani in uno dei suoi tanti libri.
Io trovo nei Comandamenti una strada per vivere che soddisfa le esigenze del mio io. Lo stesso accade nei Vangeli. E' credere dove la ragione non può capire la mente di qualcuno che sui chiama Dio, l'orologiaio.

cristiana marzocchi ha detto...

AAAAA GUS
E' nato prima l'uovo o la gallina?
Sono più incline alla scienza, al Big Bang.

cristiana marzocchi ha detto...

Grazie del suggerimento, vado a informarmi.

Andrea Sacchini ha detto...

"Io trovo nei comandamenti una strada per vivere che soddisfa le esigenze del mio io."
Legittimo. Io questa soddifazione la trovo altrove, ma ognuno, come dicevo, è libero di cercarla dove vuole.

Andrea Sacchini ha detto...

Diciamo che io condivido la posizione del sempre ottimo formamentis :)

guisito ha detto...

Il Papa ti risponderebbe che i disegni di Dio sono imperscrutabili. Al che io di rimando: Se Dio mi ha creato vuol dire che aveva bisogno di me, io non avevo bisogno di lui: non c'ero! Allora, se ha bisogno di me venga da me, ma lui, non il figlio o l'arcangelo Gabriele, o il Papa o i testimoni di Geova, deve venire lui in persona a spiegarmi perché ha creato questa schifezza di essere umano e perché ha creato il covid. E se no, se ne stesse nell'alto dei cieli e non mi rompesse l'anima con le sue campane!

cristiana marzocchi ha detto...

AAAA TUTTI
Il mio pensiero è molto simile a quello di Andrea, Si chiama etica ed è basata su regole civili e morali che ognuno di noi segue ( o dovrebbe seguire) , senza ledere la libertà degli altri.

kermitilrospo ha detto...

No perché noi il Papa non lo ascoltiamo!

sinforosa c ha detto...

"La tentazione rientra in una delle grandi questioni che l'uomo si pone, mettendosi di fronte al mistero di Dio e della sua volontà. La domanda del lettore non è nuova, eppure resta non banale per l'insieme dei collegamenti che porta con sé e che vanno a colpire il cuore dei rapporti dell'uomo con il suo cammino verso la pienezza della propria vita. Nell'esistenza storica l'uomo è come immerso nella tentazione. Di fronte alle piccole o grandi scelte della vita è nella condizione di poter fare il bene e rifiutare il male o viceversa.
Il male ha spesso una sua attrazione immediata, il bene può richiedere fatica o coraggio: ognuno di noi può venir meno al bene da fare cedendo al piacere o alla debolezza. D'istinto può venirci in mente che sarebbe stato meglio evitare tutto questo, che Dio avrebbe potuto costruire un mondo nel quale l'uomo seguisse naturalmente le indicazioni migliori e costruisse senza deviazioni il progetto di Dio nella sua integrità.
La Parola di Dio ci invita a pensare in altro modo. Prima di tutto, confermando che l'esistenza dell'uomo è davvero un essere immersi in una rete di possibili tentazioni: «Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione» (Sir 2,1), dice il libro del Siracide, una raccolta di massime desunte dall'esperienza secolare d'Israele. In secondo luogo, la Chiesa crede che il mistero della tentazione sia legato al valore della libertà, libertà che nell'uomo è il «segno altissimo dell'immagine divina» (Gaudium et spes, 8).

sinforosa c ha detto...

Ho dovuto pubblicarlo in tre commenti perché non me lo pubblicava intero, scusa, ecco il seguito


...Chiamato a scegliere definitivamente e liberamente Dio, nell'esercizio di questa libertà l'uomo tende verso di Lui attraverso un cammino, all'interno del quale è posto fra il bene e il male. Qui trova spazio il mistero della tentazione, che non dovrebbe essere vista come un trabocchetto, ma la strada concreta per giungere alla pienezza dell'amicizia con Dio. Dio ci ha creato liberi per amare, perché solo nell'amore ricambiato liberamente si ha la perfezione dell'amore: la comunione d'amore fra gli uomini è un riflesso, una somiglianza della stessa misteriosa comunione che unisce le Persone divine, del Padre, del Figlio e dello Spirito santo (cf Catechismo della Chiesa Cattolica 1701).

All'interno di questo quadro di riferimento, la fede inserisce la stessa esperienza umana del Figlio: Gesù è stato tentato. La narrazione evangelica inserisce agli inizi della sua missione, dopo il battesimo nel fiume Giordano, l'episodio delle tentazioni, raccogliendo in sintesi questa esperienza umana, che ha accompagnato Gesù nel suo cammino verso la croce. Il racconto dice che Gesù ha vinto la tentazione in modo umano, confidando totalmente nella Parola di Dio. E l'obbedienza alla volontà del Padre accompagnerà sempre la sua storia, perché ne costituisce la vita intima: «Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4,34). Questa lotta di Gesù contro il male e la sua vittoria contro il «diavolo» (detto anche «il tentatore» o «satana») sono anche il nostro cammino personale (nel brano di Mt 4,1-10 troviamo tutti e tre i termini, mentre ricordiamo che «satana» nella sua etimologia indica quanto è d'intralcio per far cadere). Confidando nella vittoria di Gesù, suo Signore, il cristiano prega sempre perché il Padre «non lo induca in tentazione». Di per sé, il termine greco della richiesta del «Padre nostro» dovrebbe essere tradotto con una perifrasi simile a «non lasciarci soccombere alla tentazione». Nella tensione fra la via del bene e quella del male, il credente implora Dio perché non gli lasci prendere la via che conduce al peccato e alla morte. La nostra richiesta prima di tutto dovrebbe tendere a prendere decisioni con il cuore in una docilità verso lo Spirito santo. Per alimentare questa docilità alle mozioni dello Spirito e alla verità dell'amore abbiamo bisogno di preghiera e della grazia dei sacramenti. La tentazione, quindi, dovrebbe essere vista come una realtà legata al male e che conduce ad esso, perché lo presenta sotto una luce piacevole, che ne maschera in modo menzognero la malizia. Di fatto la tentazione esiste e contro di essa siamo chiamati a lottare per raggiungere il fine di una comunione profonda e totale con Dio, che vuole vivere un rapporto libero d'amore con ogni uomo. Per Origene, teologo greco del III secolo, la «tentazione» svela i doni che abbiamo ricevuto e la misura del nostro amore per Dio.

sinforosa c ha detto...

Ed ecco l'ultimo pezzo, perdonami.

... La presenta, quindi sotto una luce che sembrerebbe positiva. Senza negare questo aspetto della semplice prova, tuttavia, nei testi del Nuovo Testamento il termine «tentazione» ha spesso una sfumatura negativa, simile a quella connessa alla nostra «seduzione». Non si parla, quindi, di una prova neutra, quanto di una prova verso il male e che viene presentata già nel suo esito sfavorevole.
Per questo nella preghiera che Gesù ci ha lasciato troviamo la richiesta al Padre perché impedisca che cadiamo in preda della sua malizia. Al termine di questa breve riflessione può tornare in mente la domanda iniziale: non sarebbe meglio se Dio ci evitasse le tentazioni? Sarebbe tutto molto più semplice. Ma siamo chiamati a cercare di comprendere la realtà alla luce della fede, non dobbiamo immaginare un mondo diverso. La risposta, allora, non può essere che un ritorno al principio del progetto divino. La grandezza del disegno di Dio sull'uomo chiede che l'effusione del suo amore sia ricambiata in modo totalmente libero. Potremmo dire, con il linguaggio allusivo e tipico di una narrazione drammatica, che per questo valore altissimo Dio corre il rischio che l'uomo venga meno alle richieste del suo amore, corre il rischio che sia sedotto dalla tentazione. Nella fede, però, attraverso la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, tutti noi siamo resi capaci di vincere questa lotta contro il male: sta qui la grande dignità dell'uomo, nella sua risposta libera all'amore di Dio che trasforma.
Padre Valerio Mauro è il nuovo Ministro Provinciale dei Frati Cappuccini della Toscana. Docente di Teologia sacramentaria

Mi era sfuggito questo tuo interessante post.
Ti ho lasciato un commento di un teologo che, ne sono convinta, ha più capacità della sottoscritta di darti, spero, una risposta esauriente alla tua interessante e profonda domanda, anche se puoi trovare tanti testi che chiarirebbero ulteriormente l'argomento.

Ciao Cristiana.
sinforosa

cristiana marzocchi ha detto...

Carissima, non sono all'altezza di capire un così elaborato pensiero teologico,
ma ti ringrazio per la partecipazione.

sinforosa c ha detto...

Ma guarda che è davvero piacevole, leggi almeno l’ultima parte.