Allarme dalla Gran Bretagna. I più piccoli non sarebbero al sicuro dal pericolo coronavirus come si pensava, ma potrebbero sviluppare gravi malanni correlati alla presenza del virus, diversi dalla consueta sindrome respiratoria in molti casi fatale negli anziani. Il Regno Unito è ancora sotto pressione per il covid-19, ma il servizio sanitario nazionale britannico ha denunciato nelle ultime tre settimane un boom nei ricoveri di bambini in pediatria. I piccoli sono ricoverati in terapia intensiva con una sindrome che potrebbe essere collegata al coronavirus: nel comunicato diramato negli ospedali britannici con oggetto “Allerta Urgente” si legge: “Vi è una crescente preoccupazione per una sindrome infiammatoria correlata al COVID-19 che stiamo riscontrando nei bambini nel Regno Unito. Nelle ultime tre settimane c’è stato un evidente aumento del numero di bambini di tutte le età che presentano uno stato infiammatorio multisistemico che richiede cure nelle unità di terapia intensive di Londra e anche in altre regioni del Regno Unito.” Mal di stomaco, infiammazione cardiaca e sintomi gastrointestinali come vomito e diarrea sono i sintomi principali di questa sindrome: finora i bambini erano stati messi sotto i riflettori in chiave coronavirus solo come “super-vettori“, perché non sviluppavano una malattia forte ma erano potenzialmente in grado di infettare molte persone. Ora però rischiano di sviluppare problematiche che possono rendere ancora più drammatica la situazione legata all’epidemia da covid-19. I sintomi dello stato infiammatorio che colpisce i bambini positivi al covid-19 in Gran Bretagna sono simili a quelli della Sindrome di Kawasaki, malattia infiammatoria del muscolo cardiaco che provoca anche rush cutaneo.
9 commenti:
I dati sicuri sono ancora insufficienti, alcuni bambini sono negativi al coronavirus, e non si conosce l'età dei malati, né il numero.
Cara Cristiana, ecco un post che non è gradito, ma purtroppo se è la realtà bisogna accettarlo...
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
È già strano vedere bambini che giocano indossando la mascherina. Speriamo sia solo il solito sensazionalismo giornalistico
Ha ragione unknown, diciamo che non è da escludere che magari il batterio che fa scatenare la sindrome di Kawasaki potrebbe se latente essere svegliato ed aiutato dal coronavirus che abbassa molto le difese immunitarie, ma ripeto una correlazione ancora non è affatto provata ed il fatto che alcuni di questi bambini risultino negativi al test lascia aperte molte considerazioni sulla vicenda.
Ci sono stati 8 o 10 casi a Bergamo, e i dati sono più precisi. Resta una malattia molto rara, di tipo immunitario, che poteva essere indotta da una epidemia di altro tipo, su soggetti predisposti. E' curabile e quasi tutti quelli di Bergamo sono guariti perfettamente.
Il virus colpisce tutto l'organismo, e si potrebbero trovare innumerevoli "correlazioni" di questo tipo.
Avendo lavorato in un paese di montagna, ho potuto notare che dopo le prime nevicate invernali aumentavano molto le fratture. Il freddo dunque indebolisce le ossa? O l'abbagliamento da neve non fa veder bene dove si mettono i piedi? Vi do un aiutino: i casi di frattura erano in numero inversamente proporzionale all'età dei soggetti.
Giovani inesperti privi di lezioni?
I vecchi pensionati stavano a casa, gli adulti dovevano lavorare, i giovani, chi li tiene?!
Quello che spaventa di questa pandemia è che ci sono ancora troppi punti interrogativi e incertezze, si conosce talmente poco di questo virus che c'è da aspettarsi evoluzioni imprevedibili davvero.
Solo con una maggiore conoscenza, man mano che si proseguiranno gli studi, potremo affrontarlo come si deve. I tempi mi sa che sono ancora lunghi, pur volendo essere positivi e propositivi.
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