Ho letto questo interessante articolo su Doppiozero https://www.doppiozero.com/chi-siamo
una rivista culturale, con edizioni in italiano e in inglese, e una casa editrice, in rete dal 14 febbraio 2011.Collaborano a doppiozero oltre 900 scrittori, critici, giornalisti, ricercatori, studiosi di diverse discipline, in un ecosistema che riunisce intellettuali di fama, giovani autori e studiosi affermati.
Il PROGETTO della scuola di Francoforte ( 1932 )
parla del ruolo della filosofia e del pensiero critico in un mondo in cui le persone diventano cose e i rapporti umani sono segnati dalla mera strumentalità. Presenteremo una selezione di passaggi intorno al problema della progressiva disumanizzazione del mondo a cominciare dalla messa a fuoco della personalità autoritaria e della cura pedagogica per prevenire la distruzione delle minoranze e degli avversari politici
Lo scopo è di riportare all’attenzione un pensiero che riteniamo ci interpelli anche oggi e ci offra strumenti di analisi utili per capire la nostra contemporaneità
L'articolo è troppo lungo e complesso perché io lo posti tutto e la parte che si riferisce alla
"Personalità autoritaria " mi ha chiarito alcuni fatti accadimenti passati e recenti.
"Al centro delle indagini sta il nesso tra le ideologie politiche e la determinata indole psicologica di coloro che vi aderiscono. Questo nesso, noto finora solo in termini relativamente vaghi e ipotetici, è adesso dimostrato con evidenza e sotto il più rigoroso controllo statistico della moderna scienza sociale americana. Si è infatti pervenuti a conclusioni decisive circa le potenze psicologiche che rendono un uomo permeabile alla propaganda del nazionalsocialismo o di altre ideologie totalitarie. D'ora in poi si potrà parlare di un «carattere legato all'autorità» e del suo opposto: l'uomo libero, che non è ciecamente legato a essa; e a ragione, poiché questa distinzione non si colloca più al livello di un semplice modo di dire, ma la sua validità è stata concretamente verificata. […]
[…]Nella moderna società di massa, i veri beneficiari di tali movimenti hanno bisogno delle masse. Ciò che questi studi mettono in luce sono quindi le condizioni psichiche inconsce grazie a cui le masse possono essere conquistate da una politica che contrasta con i loro interessi razionali.
[…] Il pensiero rigido, stereotipato, e la ripetizione incessante costituiscono i mezzi della pubblicità di stile hitleriano. Essi smussano i modi di reazione, rendono a suo modo ovvio quel che è piattamente banale, e mettono fuori gioco le resistenze della coscienza critica. Da tutti questi discorsi e manualetti dell'odio si può cosí sceverare, proprio come nel caso della propaganda del Terzo Reich, un numero assai ristretto di trucchi impiegati di continuo, standardizzati e legati tra loro in modo meccanico.
[…]C'è per esempio il cliché dell'oratore. Egli si presenta come un piccolo grande uomo, uguale a tutti gli altri eppure geniale, impotente eppure trasfigurato dal bagliore del potere, uomo medio eppure semidio; non diversamente da Hitler, che si è autodefinito un «soldato della prima Guerra mondiale» o un «tamburino». C'è poi la divisione del mondo in pecore bianche e nere, in buoni, dei quali si fa parte, e cattivi, inventati solo per fungere da nemici. I primi sono già salvi, e i secondi dannati, senza vie di mezzo, limitazioni; senza la minima riflessione su se stessi, proprio come nel famoso passo di Mein Kampf in cui Hitler consiglia, per avere la meglio su un avversario o un concorrente, di dipingerlo con le tinte più fosche.
Mi fermo qui, altrimenti potreste pensare che anch'io voglio farvi il lavaggio del cervello.
Mi fermo qui, altrimenti potreste pensare che anch'io voglio farvi il lavaggio del cervello.
3 commenti:
Alcuni si lavano la faccia, anche tutti i giorni. Un piccolo lavaggio del cervello ogni tanto non può fare che bene.
Basta poco per notare alcuni inquietanti parallelismi tra il passato ed oggi
L'uomo è l'animale che ripete i propri errori, c'è poco da dire. Citando (a memoria, eh) una frase di Gramsci: "La storia insegna, ma la gente non studia".
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