- eventi meteorologici estremi
- la perdita di biodiversità e il colla dell’ecosistema
- i grandi disastri naturali;
- i disastri ambientali creati dall’uomo;
- il fallimento della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici
- Dobbiamo prendere sul serio il rischio di una rottura globale dei sistemi. Insieme abbiamo le risorse e le nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche per prevenire questo. La sfida è trovare la volontà e lo slancio per lavorare insieme ad un futuro condiviso “.Il report si basa sui risultati del Global Risk Perception Survey, questionario somministrato a 1000 esperti del settore. E per il secondo anno di fila, gli esperti hanno indicato i rischi ambientali come i più preoccupanti.Tra i 30 rischi globali a cui è stato chiesto di dare la priorità, in termini di probabilità e impatto, natura e clima hanno raggiunto le prime posizioni, regalando il primo posto agli eventi meteorologici estremi.
Donald Trump |
BOLSONARO |
Mah! Rimane il fatto che questi individui , e tutti quelli come loro, sono pericolosi.
Anche se le prove sono schiaccianti, in molti negano i rischi che il nostro pianeta sta correndo. Psicologi sociali, scienziati cognitivi e neuroeconomisti spiegano perché.
TRAPPOLA COGNITIVA. La risposta si trova nel funzionamento del cervello. «Per attivare il nostro sistema di allarme, non basta che uno stimolo sia percepito come generalmente negativo, deve anche costituire un pericolo», spiega Simona Sacchi, psicologa sociale «Per questo rispondiamo prontamente alle minacce intenzionali, che sono sentite come imminenti e capaci di attaccare la nostra incolumità fisica, o anche quelle di natura morale e sociale, i cui effetti si ripercuotono sul buon funzionamento della società.» Il cambiamento climatico, invece, non scatena simili reazioni perché ci appare distante, sia nel tempo sia nello spazio. Persino quando le previsioni sono vicine in termini temporali, la distanza psicologica rimane. «Anche se mancano ormai solo tre anni al 2020 - data entro la quale, secondo molti scienziati, bisognerebbe ridurre drasticamente le emissioni di gas serra in atmosfera - quella data è percepita ancora come lontana, così come distanti geograficamente ci appaiono il Polo Nord, il cui ghiaccio si sta sciogliendo, e il Sudest asiatico, sconvolto dalle inondazioni. «È un processo del tutto analogo a quello che mettiamo in atto nei confronti di altri pensieri ugualmente paurosi, come quello della morte, per esempio», aggiunge la studiosa.
SARA'...
TRAPPOLA COGNITIVA. La risposta si trova nel funzionamento del cervello. «Per attivare il nostro sistema di allarme, non basta che uno stimolo sia percepito come generalmente negativo, deve anche costituire un pericolo», spiega Simona Sacchi, psicologa sociale «Per questo rispondiamo prontamente alle minacce intenzionali, che sono sentite come imminenti e capaci di attaccare la nostra incolumità fisica, o anche quelle di natura morale e sociale, i cui effetti si ripercuotono sul buon funzionamento della società.» Il cambiamento climatico, invece, non scatena simili reazioni perché ci appare distante, sia nel tempo sia nello spazio. Persino quando le previsioni sono vicine in termini temporali, la distanza psicologica rimane. «Anche se mancano ormai solo tre anni al 2020 - data entro la quale, secondo molti scienziati, bisognerebbe ridurre drasticamente le emissioni di gas serra in atmosfera - quella data è percepita ancora come lontana, così come distanti geograficamente ci appaiono il Polo Nord, il cui ghiaccio si sta sciogliendo, e il Sudest asiatico, sconvolto dalle inondazioni. «È un processo del tutto analogo a quello che mettiamo in atto nei confronti di altri pensieri ugualmente paurosi, come quello della morte, per esempio», aggiunge la studiosa.
SARA'...
4 commenti:
Il disastro ambientale interessa poche persone. Molti pensano, tanto io non ci sarò.
La cosa più assurda è che nel dimostrare sprezzante disinteresse verso il nostro pianeta al contempo mostriamo un cieco masochismo. È vero quanto afferma Gus, ma è altrettanto vero che chi la pensa così o ha un'età che va dai 103 anni in su oppure si sbaglia. Oramai gli scienziati quando quantificano i pericoli e le devastazioni che madre natura ci presenterà non parlano più di secoli o di cinquant'anni ma di venti o trent'anni e quindi molti, tanti sono e saranno coinvolti dai fenomeni che si verificheranno sul pianeta e che non saranno per noi piacevoli.
Io credo che arriveremo forse al 2060.. poi saranno cavoli amari per tutti...
Senza una vera inversione di abitudini andremo a finire male, tutti, nessuno escluso, siamo chiamati a fare qualcosa. Ciao Cristiana.
sinforosa
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