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22 aprile 2021

La giornata della Terra

  • Il Nostro Pianeta e i rischi che corre

  • eventi meteorologici estremi
  • la perdita di biodiversità e il colla dell’ecosistema
  • i grandi disastri naturali;
  • i disastri ambientali creati dall’uomo;
  • il fallimento della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici
  • Dobbiamo prendere sul serio il rischio di una rottura globale dei sistemi. Insieme abbiamo le risorse e le nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche per prevenire questo. La sfida è trovare la volontà e lo slancio per lavorare insieme ad un futuro condiviso “.Il report si basa sui risultati del Global Risk Perception Survey, questionario somministrato a 1000 esperti del settore. E per il secondo anno di fila, gli esperti hanno indicato i rischi ambientali come i più preoccupanti.Tra i 30 rischi globali a cui è stato chiesto di dare la priorità, in termini di probabilità e impatto, natura e clima hanno raggiunto le prime posizioni, regalando il primo posto agli eventi meteorologici estremi.


Donald Trump

Trump va in California per gli incendi e dice: “Il clima diventerà più freddo, la scienza non lo sa realmente”

BOLSONARO
Bolsonaro " l'Amazzonia NON può bruciare, è troppo umida


Mah! Rimane il fatto che questi individui , e tutti quelli come loro, sono pericolosi.

Anche se le prove sono schiaccianti, in molti negano i rischi che il nostro pianeta sta correndo. Psicologi sociali, scienziati cognitivi e neuroeconomisti spiegano perché.

negazionismo climatico.

TRAPPOLA COGNITIVA. La risposta si trova nel funzionamento del cervello. «Per attivare il nostro sistema di allar­me, non basta che uno stimolo sia perce­pito come generalmente negativo, deve anche costituire un pericolo», spiega Si­mona Sacchi, psicologa sociale «Per questo rispondiamo prontamente alle minacce intenzionali, che sono sentite come imminenti e capaci di attaccare la nostra incolumità fisica, o anche quelle di natura morale e sociale, i cui effetti si ripercuotono sul buon funzionamento della società.» Il cambiamento climati­co, invece, non scatena simili reazioni perché ci appare distante, sia nel tempo sia nello spazio.  Persino quando le previsioni sono vici­ne in termini temporali, la distanza psicologica rimane. «An­che se mancano ormai solo tre anni al 2020 - data entro la quale, secondo molti scienziati, bisognerebbe ridurre drasticamente le emissioni di gas serra in atmosfera - quella data è percepita an­cora come lontana, così come distanti geograficamente ci appaiono il Polo Nord, il cui ghiaccio si sta sciogliendo, e il Sudest asiatico, sconvolto dalle inon­dazioni «È un processo del tutto analogo a quello che mettiamo in atto nei confronti di altri pensieri ugualmente paurosi, come quello della morte, per esempio», aggiunge la studiosa.

SARA'...








































































4 commenti:

Gus O. ha detto...

Il disastro ambientale interessa poche persone. Molti pensano, tanto io non ci sarò.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

La cosa più assurda è che nel dimostrare sprezzante disinteresse verso il nostro pianeta al contempo mostriamo un cieco masochismo. È vero quanto afferma Gus, ma è altrettanto vero che chi la pensa così o ha un'età che va dai 103 anni in su oppure si sbaglia. Oramai gli scienziati quando quantificano i pericoli e le devastazioni che madre natura ci presenterà non parlano più di secoli o di cinquant'anni ma di venti o trent'anni e quindi molti, tanti sono e saranno coinvolti dai fenomeni che si verificheranno sul pianeta e che non saranno per noi piacevoli.

Franco Battaglia ha detto...

Io credo che arriveremo forse al 2060.. poi saranno cavoli amari per tutti...

sinforosa c ha detto...

Senza una vera inversione di abitudini andremo a finire male, tutti, nessuno escluso, siamo chiamati a fare qualcosa. Ciao Cristiana.
sinforosa