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22 dicembre 2019

Racconto di Natale

Questo il raccontino con cui ho partecipato alla simpatica iniziativa di Patricia
https://hermioneat.blogspot.com/2019/12/insieme-raccontiamo-52.html#comment-form

INCIPIT

L'albero di Natale era pronto, il presepe pure, aspettava solo l'arrivo di Gesù Bambino. 
La letterina della figlia/del figlio era stata letta. Il regalo era stato comprato e ci si era pure dissanguati ma...
Certo però che il finale l'aveva fatta/o ridere. Dopo aver chiesto l'ultimo modello di cellulare o l'ultimo di tablet o di computer aveva aggiunto come postilla: "magari porta anche la pace nel mondo!".
In fondo aveva 10 anni. Le arie erano da adulta/o ma era ancora bambina/o.
Si fermò un attimo a ripensare ai suoi 10 anni. Cosa aveva chiesto lei/lui? 
Buon lavoro a tutti!!!

Eh sì, indimenticabile quel Natale! La guerra era finita ormai da 2 anni ma ,per qualche anno, durante le successive notti di Natale, nei miei orecchi rombava ancora il motore di Pippo , un rombo discreto che faceva paura. Seppi poi che di Pippo  c'erano state molte versioni, e quella lombarda  narrava che fosse un aereo nemico che a volte e sempre di notte, sorvolava le città sganciando qualche bomba a caso. C'era anche una canzoncina, cantata dal trio Lescano, ma censurata dal regime, ormai nota a tutti che s'intitolava " E Pippo Pippo  non lo sa "cui erano state cambiate le parole in suo "onore". Comunque,  'quella' notte di Natale, ero presa da grande agitazione; la pace aveva portato alcune novità e le calze con la riga andavano per la maggiore, ma non facevano ancora per me e covavo tre desideri ardenti, tra cui il primo, che già immaginavo irrealizzabile,  era quello di avere un cane. Il secondo era per una penna stilografica Aurora e il terzo per un orologio da polso. L''unica che potesse esaudirmi era la "morosa" di mio zio, una signora mooolto agiata, che mi aveva fatto alcuni doni negli  anni passati, tra i quali rammento un cappottino in velluto a coste e una bellissima cartella per la scuola.. Mia mamma era l'incaricata di comprarmi quella che sarebbe stata una sorpresa il giorno di Natale, quindi attesi trepidante quel mattino. Riuscii, in qualche modo, a nascondere la delusione, per evitare discussioni, ma fu davvero una grande sorpresa quando mi ritrovai a maneggiare una graziosa bambina con un cane in braccio, magnificatami poi perché  una  Capodimonte, tipo questa



7 commenti:

Gus O. ha detto...

Nel blog di Patricia ho un segui che mi ha bloccato.
Per coerenza non gioco con lei.
Ciao Cri.

Gus O. ha detto...

Non sei autorizzato a seguire questo blog.
Esci

Claudia Turchiarulo ha detto...

Che bello il tuo racconto.
Fa guardare il Natale con gli occhi di chi ha vissuto la guerra con le sue privazioni, e può dare lezioni di vita a moltissimi giovani d'oggi e persino adulti che disdegnano il proprio benessere.
E' bello sapere, comunque, che con gli anni hai esaudito i tuoi sogni di bambina.
Un abbraccio.
Buone feste.

sinforosa c ha detto...

Un racconto davvero bello e intriso di ricordi, anche mia mamma mi parlava di Pippo, con quell’emozione che ho trovato nel tuo scritto. Noi che abbiamo avuto la fortuna di non aver vissuto la guerra dovremmo far tesoro di questi ricordi.
Grazie Cristiana, buona continuazione di domenica e sereno Natale.
sinforosa

Tomaso ha detto...

Cara Cristiana, sai sono sorpreso di sentire parlare di quell'aereo che tutti chiamavamo Pippo, ti confesso che rivivo spesso quelle notti insonni quel rumore di quel velivolo che a bassa quota passava, da noi sul letto del Piave una notta sganciò una bomba, era una stana bomba, non scoppiò,m a durante la caduta si apri questo grande fusto e uscirono centinaio d barattoli che a sua si aprirono e avevano come un'elica che girando si svitava al tocco della terra scoppiavano, quelli che per vari motivi non sono scoppiati fecero dei morti e molti feriti persero le gambe e varie ferite gravi, era una zana dove i tedeschi facevano lavori per rinforzare il Piave, erano tutti uomini e donne che facevano questi lavori, naturalmente i primi che son arrivati vedevano quei strano oggetti tra la neve e andavano vicino per prenderli ma bastava toccarli che esplodevano.
Chi ha letto il mio libro ne parlo anche di questo!!!
Caro Maurizio, contraccambio i tuoi graditi auguri, e li rinnovo anche per te, caro socio alpino.
Ciao e buon fine settimana con un abbraccio e un sorriso, auguri di buone feste.
Tomaso

Haldeyde ha detto...

Grazie per aver condiviso questa storia. Un abbraccio e tanti auguri di un Natale Sereno.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Lo avevo letto da Patricia e mi era piaciuto molto. Complimenti e auguri sinceri di un felice Natale dal profondo del cuore