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14 aprile 2019

I complici dei peperoni.

https://personalitascritturaartefantasia.blogspot.com

Uno dei post , sul blog di Pia  , invita i lettori  a scegliere tra dolce e salato.
Ho scelto decisamente il salato , aggiungendo  "piccante " nei cibi adatti.
Ciò mi ha ricordato un aneddoto capitato a me e consorte a N.Y. qualche anno fa.
Forse ne ho già parlato , ma lo ripropongo , per chi non l'avesse letto, perché è divertente

In molti ristoranti di N.Y.piuttosto  'sciccosi' , spesso ,sui tavoli preparati, spicca un grande vaso , con all'interno ,  quelli che a prima vista, possono apparire dei pomodori  e invece sono peperoni piccanti sott'aceto. Noi li conoscevamo ed essendo molto amanti del piccante , in attesa del menu scelto, ce ne mangiammo  almeno un paio a testa
Accanto al nostro, c'era un tavolo di turisti tedeschi  che, ignari, ci imitarono ; una signora , appena addentatolo, diventò rossa , proprio come il peperone ,  cominciò a tossire e a bere , ma dovette alzarsi e uscire accompagnata da un' amica. Il marito , anche lui rosso , ma di rabbia, si scagliò contro di noi accusandoci di non averli avvertiti. Ci fu una vivace discussione tra mio marito, che era di lingua  madre tedesca , ed intervenne anche il Maitre , accusato con tutto lo staff  e la direzione dell 'Hotel , di offrire cibi senza avvertire della pericolosità . Si alzarono poi tutti e se ne andarono.  In effetti, non sarebbe stato divertente se non ci avessero incolpati di essere persone maleducate e irresponsabili .








































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9 commenti:

Mariella ha detto...

Non conoscevo l'aneddoto e devo dirti che, nei miei viaggi a NYC, non è mai capitato di trovarmi di fronte a tali "centrotavola". Forse succedeva anni fa, adesso che le intolleranze hanno stravolto il nostro modo di mangiare penso sia impossibile trovarsi di fronte a proposte culinarie di cui non si conoscano "vita, morte e miracoli".
Ora passo da mia sorella.
Buona serata.

Pia ha detto...

Come ti ho scritto da me il peperoncino non mi dispiace. Dipende però.
Giusto per curiosità ma questi sono gli stessi peperoncini che si fanno anche ripieni di tonno e sott'olio?
Simpatico il tuo racconto, però dai...poverini...avevano ragione, dovevano essere avvisati. 😐🙄😅
Grazie di aver citato il mio blog e ti abbraccio fortemente. Bacio e notte!

Cesare ha detto...

Qualunque sia la vostra lingua(madre) provate il peperoncino calabrese, potrete poi rinfrescarvi con quello messicano.

Dumdumderum ha detto...

Ma informarsi prima di mettere in bocca qualcosa? Troppo facile? Ogni tanto mi chiedo come strapiffero abbiamo fatto a diventare i dominatori del mondo! C'è un tedesco celebre che ha pronunciato un detto adatto a questi suoi connazionali - un certo Einstein, mah, chissà chi era, che disse "Solo due cose sono infinite, l'Universo e la stupidità umana; ma sull'Universo ho i miei dubbi".
E poi va anche detto che quei peperoncini tondi non tengono testa al peperoncino calabrese classico, quello fatto a cornetto.

iacoponivincenzo ha detto...

Giustissimo Dumdumderum. Il padre di un mio amico calabrese di Bocchigliero in provincia di Cosenza, un giorno voleva farmi uno scherzo -avevo appena 37 anni e mangiavo piccantissimo molto spesso in ristoranti indiani e turchi per capirci-e ci invitò a pranzo per un minestrone alla Calabra. Galleggiante sulla liquidità c'era due millimetri di liquido giallo rosso vivissimi. Cominciammo a mangiare e tutti guardavano me aspettando lo scoppio. Presi un boccone -piccantissimo- lo inghiottii usando la tecnica di sorseggiare nella bocca il liquido, poi chiesi: Non avete un pocolino di pepe nero in grani? Come mangiano gli indiani che lo mettono in bocca a manciate come noi uomini facciamo con le noccioline. Lo spasso loro finì immediatamnte e cominciò il mio, perché, da buoni calabresi vollero imitarmi e quasi si strozzarono perché la miscela -peperoncino calabrese rosso e pepe nero in grani- è micidiale.
Comunque accanto a quello calabrese e messicano io metterei quello turco, ma non quello rosso, quello piccolo e tondo color verde. Uccide calabroni in volo e vacche al pascolo. Devi farne schizzare fuori buona arte del sugo verde per poterlo assaggiare, altrimenti ti blocca ferocemente la gola e non respiri più se non con una manovra tra le scapole particolare. Mangiarlo sempre con un turco consapevole al fianco, perchè lui sa come riaprirti il respiro.

Cesare ha detto...

Non mangerò mai più calabroni in volo, vacche al pascolo o turchi consapevoli!

Kukuviza ha detto...

Ahah, l'aneddoto fa ridere, anche perché non ci sono state conseguenze, di salute perlomeno. Quelli del ristorante avrebbero fatto bene a mettere un bel cartello! Che poi, è proprio assurdo che i tedeschi se la siano presa con voi e non, al limite, col ristorante.

iacoponivincenzo ha detto...

La storia dei tedeschi sboroni mi ricorda l'unica volta che io ed AnnaMaria andammo ad Edinburg a trovare la zia di mia moglie, coniugata con Alec uno scozzese mister simpatia. Io indossavo quella sera un principe di Galles favoloso di Ermenegildo Zegna, cucito a mano su misura -allora i buoni lo usavano SOLO su misura cucito da un sarto raffinato- e zio Alec mi portò nel suo Pub. Sull'uscio c'era da ascoltare una cagnara come a Napoli. Entrammo e di colpo fu il silenzio. Assoluto.
Da dietro il bancone uscì fuori il titolare, le mani sui fianchi.
"Alec, come osi entrare qui con questo inglese?"
"No no, non è inglese, è mio nipote ed è italiano".
E giù tutti a piegarmi le spalle con vigorose manate, e tutti tornati ad essere napoletani.
Mi portarono un bicchierone di birra scozzese, nera, con poca schiuma. Alec mi disse di buttarci dentro un bicchierino di wiscky, e così feci: un sapore divino. Dopo un po' qualcuno ne aggiunse un altro. Rimanemmo fino alle due. Alec disse; "andiamo sennò Pina mi ammazza".
Ero assolutamente sobrio, ma non riuscivo a staccare il culo dalla sedia.
INCHIODATO.
Sghignazzando come matti mi portarono a spalle fino alla macchina di Alec, e così tornai a casa, con la zia che strillava al marito "spussolent, figlio d'un cane guarda come ha tu ridott sto poro mona" mentre io ridevo come uno scemo seduto per tiara e lei che sbraitava il dialetto scozzese e Alec che rideva come uno scemo ed AnnaMaria che cercava di tirarmi su per un braccio, invano "che ti te fa, seduto per tiara, molla le ciappe e vien a dormir".
Mi portò su lei, di peso.
Tutto per quell'Ermenegildo Zegna che indossavo.

Cesare ha detto...

Divertente il raccontino! :-)