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19 novembre 2018

La fantascienza prossima ventura



Quali sono le regole dell’Europa per un’intelligenza artificiale democratica

La tecnologia è alle porte ma per evitare scenari apocalittici alcuni esperti europei hanno indicato i principi etici a cui attenersi L’Europa si prepara alla stagione dell’intelligenza artificiale (Ai). E non si può parlarne senza pensare alla questione etica Per questo è nato, progetto AI4People, una task force di esperti da tutta Europa che hanno pubblicato un documento con una serie di principi e raccomandazioni per porre le basi di una intelligenza artificiale positiva, inclusiva, al servizio dell’uomo.

Quattro principi più uno

Il primo è quello della beneficenza  : l'intelligenza artificiale deve essere sviluppata al fine di promuovere la dignità umana in un modo che sia sostenibile per il pianeta.
 Il SECONDO è quello di 

non fare il male. Uno sviluppo non controllato della Ai può portare anche effetti negativi, come la violazione della privacy e della sicurezza stessa dell’uomo. L’intelligenza artificiale stessa “dovrebbe lavorare contro i rischi che potrebbero sorgere dallo sviluppo tecnologico”. 

Il TERZO è quello dell'autonomia. Le persone devono avere il diritto di prendere decisioni su un trattamento che le riguarda.  È quindi opportuno trovare un bilanciamento tra le decisioni prese dall’uomo e quelle prese dalle macchine. Per dirla con un esempio: “Il pilota deve essere sempre in grado di togliere il pilota automatico” e quindi ogni decisione della Ai deve poter essere bloccata dall’uomo. 

Il quarto è la giustizia. Lo sviluppo dell' Ai dovrebbe promuovere giustizia e cercare di eliminare ogni tipo di discriminazione
”. Questo comporta eliminare le disuguaglianze passate ma anche non crearne di nuove ed evitare di creare un mondo a due velocità. I vantaggi dell’intelligenza artificiale devono essere massimamente condivisi.

L’ultimo principio, quello nuovo, è quello della spiegabilità
. Poichè poche persone stanno disegnando il nostro futuro, è importante capire come lo stanno facendo, seguendo quali regole. Cosa c’è dietro le decisioni di un algoritmo? Chi è responsabile per quelle decisioni? Questi processi devono essere noti a tutti, non solo agli esperti, per creare la fiducia che sarà alla base della relazione tra uomo e macchina.

Ecco un'altra gatta da pelare, in un imminente futuro. Già me li immagino  le migliaia di emendamenti, calza a pennello il detto comasco  " cent co cent crapp, cent cù, dusent ciapp" 
E speriamo che vadano sempre di comune accordo





















10 commenti:

iacoponivincenzo ha detto...

Bene bravo ma non bis.
Adesso che molti avranno letto il tuo pistolotto facci la grazia di scomparire di nuovo.
Io invece mi limiterò a riferire la mia prima impressione: mi rassomiglia alle tre regole dei Robot di Asimov, uno dei migliori scrittori di fantascienza.
Dovevano stare al servizio dell'uomo e sacrificarsi per lui, e LUI ne faceva un uso umano, sfruttandoli come schiavi.
Per ora siamo alle bidonballe più scoppiettanti ed esilaranti. Poi vedranno coloro che saranno vivi tra 60/70 anni.

Dumdumderum ha detto...

A una macchina mancheranno SEMPRE due cose fondamentali che una vera intelligenza deve avere: emozioni e istinti. Senza questi due aspetti fondamentali sarà sempre soltanto un cretino veloce. Per quanto riguarda noi, riappropriamoci della NOSTRA intelligenza, senza demandare compiti sempre più complessi a macchine che per forza di cose li svolgeranno sempre male. Lasciamo perdere i sistemi a controllo vocale che prendono ciocca per brocca e inviano i nostri dati e le nostre conversazioni private (se non peggio) a mezzo mondo. Lasciamo perdere le automobili a guida autonoma che non sanno distinguere un veicolo fermo da uno in movimento e lo cilindrano e che non vedono i pedoni sulle strisce. Lasciamo perdere i sistemi di riconoscimento immagini che non distinguono due sciatori da un cane. Lasciamo perdere tutta questa tecnologia nata per i mentalmente pigri, e torniamo a pensare con le NOSTRE teste.

@Vincenzo
Asimov tentò di mettere in guardia il mondo contro quel genere di tecnologia: tutti i romanzi sui robot erano delle distopie vere e proprie, col protagonista di turno che si rendeva pienamente conto che quella tecnologia nata per essere schiava stava in realtà diventando padrona e agiva per ribaltare la situazione - con l'aiuto di esponenti di quella stessa tecnologia, tra l'altro.

cristiana marzocchi ha detto...

Ti atteggi sempre al "SO TUTTO IO" , ma sei solo un tuttologo borioso

Guisito ha detto...

Sono d'accordo con Lorenzo: la locuzione "intelligenza artificiale" è una contraddizione in termini.

iacoponivincenzo ha detto...

Lo so, ma grazie comunque, Dumdumderum. Io volevo solo notare quel che avevo ricordato leggendo il post di Cristiana: Asimov ed i suoi Robot, niente altro.

iacoponivincenzo ha detto...

Almeno tu non ti metti a pontificare dall'alto di una presunta supremazia su tutto il tuo prossimo, senza umiltà ma con la tipica sboronaggine del cafone incallito e poco intelligente. Ti ringrazio per questo

iacoponivincenzo ha detto...

@Cris. Tu sai il bene che ti voglio, ma se certa gente continuerà ad imperversare sul tuo blog, riempiendolo di odiosa saccenza da nessuno richiesta mi toglierà la voglia di mettere il mio nasone dentro.
Fai per favore qualcosa. Il tuo interlocutore di cui parlo è di una misera intelligenza terra terra e non in grado di capire le tue battute.
Con certi soggetti occorre chiarezza e portate sul grugno.

Mariella ha detto...

Cris, ma pure da te ogni tanto appaiono i "tuttologi"?
Che noia...

cristiana marzocchi ha detto...

Gli ho già chiesto , gentilmente, di non commentare più, ma lui è di quelli che pensano e dicono "ME NE FREGO" perché si crede un dio.
Cristiana

Dumdumderum ha detto...

Come proprietaria del blog hai tutti i diritti di cancellare commenti di certa gente. Non è che un tuttologo come l'individuo qui sopra possa venire a dire a TE cosa fare in casa TUA (cosa che regolarmente fa: "Consiglio di scrivere di argomenti più alla portata" è la sua frase tipica). Questo tipo impesta n blog, con n molto grande, con la sua saccenza piovuta dall'alto; e alla fine tanti blogger l'hanno già cacciato via a metaforiche scarpate nel didietro.