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07 novembre 2018

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Ho letto un libro, "Quello che ti meriti" , di un'autrice norvegese , Anne Holt, laureata in legge,
collaboratrice della Polizia di Stato e Ministro della Giustizia negli anni '90.Ho poi letto un altro dei suoi romanzi , e mi sono bastati : scritti bene, ma freddi , personaggi mal caratterizzati , scarsa suspence , troppi spostamenti nel tempo senza scopo e un finale tronco e deludente. 
 Un fatto però mi ha stupita e incuriosita e per questo forse l'amico 'UNKNOWN' può aiutarmi. Il delitto perfetto ,  suggeritole dal fratello medico che fece la tesi su questo argomento

 «Cos'è il potassio?» «È un elemento chimico che abbiamo nelle nostre cellule​ ​«Nelle cellule umane c'è una certa quantità di potassio. È di vitale importanza per noi. Quando moriamo, possiamo dire che le cellule cominciano a... perdere. Nel giro di un'ora o due il livello di potassio nel liquido che circonda la cellula aumenta in modo considerevole. È infatti un segno evidente che uno è... morto, semplicemente.»  Quindi, il fatto che il livello di potassio fuori dalle singole cellule aumenti a morte avvenuta non è per niente allarmante. È normale.​.​ «Il problema è che questo livello aumenterebbe anche nel caso in cui qualcuno introducesse potassio nel corpo. Mentre si è vivi, cioè. E poi... si muore. Un livello eccessivo di potassio causa un arresto cardiaco.​.​ Se a una persona viene fatta un'iniezione di​ cloruro di ​ potassio e muore per questo, la causa di morte non potrà essere dimostrata a meno che non si faccia subito l'autopsia! Basta un ritardo di un'ora circa. Perché allora il livello elevato di potassio verrà attribuito alla stessa morte! L'autopsia non dimostrerà nulla, se non che la persona in questione effettivamente non è più in vita e che non esiste nessuna dimostrabile causa di morte.» 



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Mi sembra assurdo spiattellare in un romanzo  un argomento del genere e mi piacerebbe sapere se, tra i  4  milioni di copie vendute dalla Holt , qualcuno ci ha fatto un pensierino, o addirittura non l'abbia messo in pratica


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Celebre il caso dell'infermiera che faceva iniezioni di potassio agli anziani per ucciderli.
In pratica è letale l'iniezione in vena, quindi per uccidere o essere uccisi..abbiamo bisogno di una siringa. Le pastiglie non servono!

Mariella ha detto...

Sì un vero genio sta donna.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Inquietante la cosa...

iacoponivincenzo ha detto...

Verissimo, l'ho studiato a Patologia generale. Ma non è il solo. Se si è in grado di tenere il cadavere nascosto al bisturi del patologo per almeno 36 ore si possono iniettare nelle sue vene 10 cc di "putrescina" o "cadaverina", sostanze che dopo quel periodo di tempo insorgono in ogni cadavere naturalmente e che provocano una morte per arresto cardiaco. E nessuno potrà mai dimostrare che di omiciddio si tratti. Un semplicisimo delitto perfetto. Quelle sostanze si trovano in farmacia, oppure dal macellaio: comperi per un paio di giorni -per non dare nell'occhio in macellerie diverse- cinque o sei chili di carne bovina, la lasci degradare finché puzza ben bene,
aspiri con una siringa quel liquame grigio giallognolo che si raccoglie sotto, usando guanti di lattice perché estremamente infettabile e poi inietti in vena ed hi il tuo bel morto ammazzato. Lo tieni al sicuro per oltre un giorno e poi fai la scoperta.
E te ne vai facendo pernacchie al PM.

Dumdumderum ha detto...

Non so quanto bene faccia a descrivere così nei dettagli un metodo di omicidio, ma del resto i telefilm... ah, no, ora si chiamano serial polizieschi stile CSI sono inzeppati di descrizioni ancora più dettagliate (e perfino visive) di metodi per uccidere gente. Sembra la moda degli ultimi tempi.