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19 luglio 2021

Meglio delinquere da giovani

Oggi, 29 luglio 2021,  ricorre il triste anniversario della morte del Giudice Paolo Borsellino e avendoli ne cuore tutti e due li ricordo sempre insieme, perciò posto un articolo che parla di Giovanni Falcone.


 https://www.repubblica.it/cronaca/2021/07/16/news/delitto_mat

Desecretata l’audizione del magistrato davanti alla Commissione Antimafia del giugno 1990. La sua verità sull’ipotesi della pista nera e la convergenza di interessi sullo sfondo dell’omicidio

Piersanti Mattarella, quindicesimo presidente della Regione siciliana, venne ucciso nello spazio di mezzo tra la caduta del suo governo e la celebrazione di un congresso della Dc che lo avrebbe portato ancora di più al centro della scena politica, il 6 gennaio del 1980. Formidabile il suo rinnovamento con la stagione del centrosinistra e il modello di una Sicilia con le "carte in regola".

L'inversione di rotta impressa da Mattarella era un colpo al cuore degli interessi di Cosa nostra. Ma qui sta il punto che ora il verbale desecretato dell'audizione a Palermo, il 22 giugno del 1990, della commissione parlamentare antimafia, pone di nuovo al centro.

Giovanni Falcone,in quella audizione, si dice convinto che l'omicidio Mattarella sia un delitto di mafia ma con il possibile concorso di altre forze: "Mandanti sicuramente all'interno della mafia, oltreché altri mandanti evidentemente esterni".  

Sul tappeto, quando Falcone ne parla all'Antimafia, c'è l'istruttoria contro parte della cupola di Cosa nostra e i due presunti killer. Non due uomini d'onore, ma due estranei, due neofascisti, Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini. I due verranno assolti già in primo grado il 22 maggio del 1996, nonostante un doppio riconoscimento della vedova di Mattarella. Di recente, Fioravanti condannato per la strage di Bologna del 2 agosto del 1980, ha evocato un colloquio con Falcone in cui il magistrato gli avrebbe sostanzialmente confidato di averlo dovuto perseguire nonostante lo ritenesse innocente per non meglio precisate pressioni esterne. Il verbale ora pubblico dell'Antimafia contraddice in toto l'obliqua tesi di Fioravanti, attento a tenersi lontanissimo dalle compromissioni con la mafia, nonostante i mille punti di contatto che attraversano migliaia di pagine delle istruttorie sul libro nero delle stragi italiane.

Dopo 18 anni di detenzione, nel luglio del 1999 fruì del regime di semilibertà per il lavoro esterno, presso l'associazione Nessuno tocchi Caino, con obbligo di rientro serale in cella.  Nel                     2009, dopo 26 anni scontati dietro le sbarre e a cinque anni dal conseguimento della libertà vigilata, è tornato a essere un uomo libero la cui pena è considerata definitivamente estinta.[

 Giusva Fioravanti nega la 'strage di Bologna' . Aveva  22 anni, quando andò in carcere per l'attentato .Dopo 18 anni di detenzione,  altro che tre ergastoli, nel luglio del 1999 fruì del regime di semilibertà per il lavoro esterno, presso l'associazione Nessuno tocchi Caino, con obbligo di rientro serale in cella, aveva 41 anni e tutto il tempo di rifarsi una vita oggi ne ha 63, ed è dipendente del Partito Radicale. Comunque, ha sulla coscienza 33 omicidi, 34 secondo la teoria di Falcone, per l'omicidio di Piersanti Mattarella. E Falcone era un grande esperto di mafia

 


3 commenti:

Gus O. ha detto...

Qual è il compito del carcere?
Il compito del carcere è quello di evitare che una persona possa reiterare un reato.
Una volta che attraverso procedure rigorose si arriva alla certezza che quella persona non commetterà di nuovo quel reato, per quale motivo dovrebbe restare in carcere?

Gus O. ha detto...

Dispositivo dell'art. 27 Costituzione italiana.
Le pene [17 ss. c.p.] non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

cristiana marzocchi ha detto...

Ma quale certezza, con più di cento vittime sulle spalle!
Che buffonata quei 3 ergastoli!