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18 luglio 2022

Le ANGURIE AL GOVERNO? Meloni, solo una tessera da giornalista. E la storia e la cultura e un'infarinatura di economia', dove le mettiamo?

 

Contro il mito di Meloni: una post-fascista che piace ai media e alla destra peggiore

Giorgia Meloni futura premier? Giorgia Meloni politica affidabile per l’Europa e l’Occidente? Con la leader di Fratelli d’Italia torna in scena il vecchio inossidabile copione: le classi dirigenti in soccorso dei vincitori. Anche se a dire il vero finora Giorgia Meloni non ha vinto proprio niente. Giornali, editori, media e politici influenti – insomma, in senso lato, le classi dirigenti – le tributano gli onori della vittoria nelle elezioni amministrative di domenica scorsa, e poco importa se il suo partito in realtà sia superato abbastanza nettamente dal Pd, e che i suoi candidati sindaci non abbiano ottenuto chissà quali exploit nelle città , oltretutto, dove il centrodestra già governava. Ma ormai è un mantra: dopo Draghi sarà il tempo di Meloni.

Viene da chiedersi perché tutta questa apertura di credito nei confronti di una esponente che non solo proviene ma raccoglie attorno a se il mondo post-missino e post-fascista. E tutto questo mentre dalla Spagna in un comizio con gli amici neo-franchisti di Vox offre il peggio di quella cultura: “Sì alla famiglia naturale, no alle lobby Lgbt, sì all’identità sessuale no all’identità di genere, sì ai valori universali cristiani, no alla violenza islamista”. Dimenticando – per inciso – che parla in un Paese che tra i primi ha riconosciuto i diritti (e i matrimoni) gay, mentre nel Parlamento italiano fa di tutto per osteggiare, assieme al sodale Salvini, persino una legge contro l’omofobia. Per non parlare dei “valori cristiani“, tra i quali il Papa ricorda ogni giorno l’accoglienza, mentre lei ripete no, no e no “all’immigrazione massiva”. Per concludere col credo sovranista: “Sì alla sovranità del popolo, no a Bruxelles”, in mezzo alle ovazioni dei neofascisti.

Quella strana indulgenza per la post fascista

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Eppure Meloni continua a riscuotere credito anche tra intellettuali e pensatori che si considerano liberali. Tempo fa, sul Corriere della Sera, Ernesto Galli Della Loggia si è prodigato in consigli per rendere la leader di Fratelli d’Italia pienamente accettabile dall’establishment. Meloni ringrazia ma va avanti per la sua strada: con gli amici neo-fascisti che non rinnega, persino quelli delle formazioni più estremiste.

Forse ha tratto in inganno la scelta netta compiuta in occasione della guerra in Ucraina contro l’aggressione russa e accanto all’Europa e alla Nato. E tempo prima l’adesione nel Parlamento europeo al gruppo dei Conservatori di cui è diventata presidente. Con indubbio fiuto politico, la leader di Fdi si è tenuta alla larga dalla perdente Marine Le Pen e ha abbracciato il vincente Victor Orbán. E poco importa se il leader ungherese sia il leader europeo più vicino a Putin.

La vera domanda è quanto durerà il “fenomeno Giorgia” . Oggi è sulla breccia ma certo non è invincibile. In fondo le classi dirigenti si sono innamorate prima di lei anche di Matteo Salvini, il “Capitano” e (in parte) di Giuseppe Conte, e si è visto come sta andando a finire. La partita è appena all’inizio e non è detto che i favoriti (in senso lato) alla fine riescano sempre a vincere.

Purtroppo i favoriti, quelli dal piglio deciso, troppo  spesso riescono a vinceere. Ricordate Hitler e Mussolini?

Finiscono poi in malo modo, ma quanti soprusi , nel frattempo.

9 commenti:

Gus O. ha detto...

Se in Algeria fosse andata la Meloni l'avrebbero accolta con sonore pernacchie.
Draghi deve smetterla con queste storie e portare avanti l'Italia fino al termine della legislatura.
In ogni caso non possiamo far finta di niente. L'Italia è un covo di fascisti. Non esiste nemmeno un partito di sinistra. E' uno schifo!

cristiana marzocchi ha detto...

Hai ragione Gus, ma non dimenticare che, con quelli di sinistra, bisogna andarci con i piedi di piombo, perchè tendono a mangiarsi i bambini.

Cesare ha detto...

I Draghi mangiano i Meloni?

Gus O. ha detto...

Veramente questo Parlamento è scadente. Bisticciano vergognosamente fino al punto di scatenare una lotta dura nella scelta tra Senato e Camera come prima impatto delle comunicazioni che dovrebbe fare Draghi. E' vergognoso. Non meritiamo uno statista come lui. Forse nemmeno conoscono l’incredibile curriculum del premier. Una persona che cerca le dimissioni pur avendo una maggioranza numerica, ma qualitativamente scadente. La destra afferma che sarebbe ora di dare la parola agli italiani, non per risolvere problemi economici e sociali, ma per occupare poltrone sentendosi sicuri di vincere le elezioni. Ma davvero la Meloni pensa di essere più preparata di Draghi?

guisito ha detto...

Sono pienamente d'accordo con Gus. Intanto Draghi, un po' per la delusione di non essere andato al Quirinale, un po' per la qualità scadente dei governanti di cui è stato costretto a circondarsi, va perdendo di mordente e di voglia di fare.

Cesare ha detto...

Parlando seriamente (da non credersi) penso che lo scadimento dell'intelligenza degli Italiani, e di buona parte del mondo "civile", sia ormai irreversibile. Il sintomo più eclatante è, secondo me, la perdita della capacità di leggere, e meditare, e l'imporsi dei social e della facilità e velocità del "comunicare".

Anonimo ha detto...

Eppure...sarebbe una grande svolta una donna presidente dicevamo un tempo non tanto remoto...mo non capisco se la svolta possa essere minacciata da ideologie differenti tra partiti o da controsensi sull'aspetto di emancipazione femminile.

Sono d'accordo con Cesare,credo proprio che "lo scadimento di buona parte del mondo "civile", sia ormai irreversibile.

Saluti


Cesare ha detto...

Il Signor Anonimo parli pure di emancipazione. Per me si tratterebbe di una grave regressione se la Meloni diventasse presidente. Basti pensare ai diritti civili. Ma, come ho detto, ormai tutto può succedere.

guisito ha detto...

Che vinca la Meloni! Tanto poi, per tener fede ai suoi avi del deprecato ventennio ai quali si ispira, la sbattiamo in cucina a fare i piatti e poi a fare la calzetta, perché secondo l'ideologia degli avi suddetti, la donna questo deve fare, oltre che a sfornare figli per la patria.