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31 gennaio 2019

I muri della vergogna

  • La Barriera di separazione tra Stati Uniti e Messico lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, . Detto anche "Muro messicano" 3.145 Km..
  • La linea che separa Cipro Nord da Cipro Sud, eretta nel 1974 per separare i ciprioti turchi dai ciprioti greci.180 Km.
  • Il Muro Marocchino o Muro del Sahara Occidentale  che separa i territori occupati dal Marocco dai territori sotto il controllo della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi(RASD).2700 Km.
  • La Barriere di separazione di Ceuta e Melilla, lungo la frontiera tra le due enclavi spagnole e il Marocco.8 Km.
  • La Barriera di separazione israeliana in Cisgiordania  700 Km
  • – Kuwait–Iraq: 190 chilometri. 
    – India–Bangladesh:   4.096
    – India–Pakistan,  550 chilometri
    – Zimbabwe–Botswana:   482 km 
    – Israele–Egitto:   230 Km.       
  • – Iran–Pakistan: 700 Km.
    – Bulgaria-Turchia  160 Km.
    – Arabia Saudita–Yemen: 1800 Km.
    – Ungheria-Serbia, Hungarian border barrier: 175 Km.
       Corea del Nord–Corea del Sud  250 Km.
  •  – Irlanda, Belfast cattolica–Belfast protestante  15 Km.
  •   Ma noi abbiamo 7456 Km, molto più del doppio del muro di Trump che costerà circa 20/22 miliardi di dollari e anche calcolando un cambio  favorevole, verrebbe per noi una cifra astronomica, pari ad alcune decine   dell'attuale manovra finanziaria di 17 miliardi. 


Però, , se chi ci governa desiderasse adottare questa soluzione, visto che in Italia si usa  sovente fare a spanne,  invece dei 9 metri di altezza, potremmo fare un muro sui 2 metri che resista a dei "signori " martelli, e dimentichino  la fiamma ossidrica, i picconi , i “grimaldelli” meccanici, e altre diavolerie che ha in mente Trump.

Avete presente  " Il MURETTO DI ALASSIO" ? 

29 gennaio 2019

Nessuno tocchi Abele

L'Avvenire.

la voce forte di una Chiesa unita

https://www.avvenire.it/agora/pagine/imputato-caino-alla-sbarra_
 E per una volta vi chiedo di stare dalla parte delle vittime, di stare dalla parte di chi non può difendersi. Chiedo la condanna di Caino, in nome di tutti gli Abele Perché se la pena di morte contro Caino ci fa orrore, la pena di morte inflitta ad Abele dovrebbe farcene di più. Quindi nessuno tocchi Abele.chi sta dalla parte di Abele? Se non c’è limite all’orrore, ci deve essere un limite al perdono.         Oggi nessuno si occupa delle vittime, tutti si occupano del recupero dei tanti Caino sparsi per il mondo, perché nessuna pena sia per sempre. Ma per sempre è la dimensione del mai più, che è propria di chi muore ammazzato.Simonetta Matone, l'accusa                                                    
Ho molto apprezzato le parole dell'accusa in questo ipotetico processo a Caino.
Basta ignorare sempre Abele quando avvengono atti di estrema violenza. Occorre invertire  la tendenza e sbandierare  
Oggi mi riferisco  a chi si giustifica dicendo
Ho ucciso il piccolo perché aveva rotto il letto 
La sorellina , massacrata di botte parla con tutti, risponde alle domande, qualche volta è lei a chiedere. Parla anche di Tony e delle botte che dava a lei e a suo fratello Giuseppe. Ed è allora che chiede. Chiede perché il compagno di sua madre li picchiava: 
Per favore nessuno mi parli di












Noemi parla con tutti, risponde alle domande, qualche volta è lei a chiedere. Parla anche di Tony e delle botte che dava a lei e a suo fratello Giuseppe. Ed è allora che chiede. Chiede perché il compagno di sua madre li picchiava:










Mi ha favorevolmente  stupita, questo articolo. Non c'è nulla da aggiungere        

27 gennaio 2019

L 'olocausto al completo

Prima che termini, per modo di dire, la giornata della memoria, mi sembra giusto ricordare le altre vittime dell'Olocausto







Vittime
%
Numero (approssim
Ebrei (Jews)
42%
6 milioni
Polacchi, Ucraini e Bielorussi (Ethnic Poles, Ukranians & Belarrussians)
22%
3.5 / 4 milioni
Prigionieri di guerra sovietici (Soviet POWs)
20%
3 milioni
Politici (Politicals)
10%
1.5 / 2 milioni (inclusi 80./150.000 massoni; 7.000 miliziani anti-franchisti spagnoli; ecc.)
Yugoslavi (Yugoslavia)
3%
320.000 / 350.000 (serbi); 20.000 / 25.000 (sloveni)
Rom (Roma)
2%
196.000 / 300.000
Disabili (Disabled)
1%
250.000 / 270.000
Altri (Other)
1%
5.000 / 15.000 (omosessuali); 1.900 (testimoni di Geova); piccoli gruppi di afro-europei; ecc.







Un altro modo per non dimenticare

https://www.doppiozero.com/materiali/giorno-della-memoria/elena-loewenthal-contro-il-giorno-della-memoria

Elena Loewenthal. Contro il giorno della memoria


Elena Loewenthal è una scrittrice e traduttrice italiana. Ha tradotto numerosi testi ebraici e collabora con il quotidiano La Stampa di Torino.

“Io rinnego il GdM: non mi appartiene, non gli appartengo, non riguarda me e la mia, di memoria. La mia memoria non comunica: è soltanto la avvilente consapevolezza di una distanza minima, ma insormontabile. Io che sono nata poco dopo che tutto era finito, che sono vissuta circondata da quel passato, da quei ricordi – per lo più pestati sotto il tallone del silenzio, non per rimuovere quel passato, ma perché per tornare a vivere era fondamentale non lasciarlo parlare, almeno per un po’ di tempo – so per certo un’unica cosa, di quella memoria: che non potrò mai nemmeno lontanamente sentire quello che ha sentito chi è stato dentro quel tempo, quelle cose. 


Il silenzio all’inizio è un patto, tacito ma solido: gli ebrei prima marginalizzati e poi espulsi, ricercati, braccati e poi in parte ritornati, rientrano nel consorzio sociale a patto di non porre problemi alla società, in altre parole di non chiedere della violenza subita. È il passaggio che forse in forma esemplare ha descritto Giorgio Bassani nel suo Una lapide in via Mazzini, .

In seguito, negli anni ’90, complici molte cose, quel passato inizia emergere prepotente nella discussione pubblica in Italia, anche se obbliga a rivedere i modi con cui ci siamo raccontati che cosa sia stato il fascismo, quanto peso abbia avuto nella formazione del cittadino, che cosa sia rimasto dopo
È questa ridondanza a convincere Elena Loewenthal della precarietà, e forse persino della falsità, se non dell’inconsistenza, di questa data memoriale. Perché, si chiede, ogni anno bisogna cercare qualcosa di nuovo?  

Per tre motivi sostiene: 1) perché il GdM è diventato il giorno degli ebrei morti, anziché quello in cui al centro stanno i vivi, quelli che allora c’erano e i loro successori. Giorno cioè in cui il soggetto non sono gli ebrei, ma coloro che con gli ebrei si sono relazionati (in termini di persecuzione, di astio, ma anche di soccorso, di aiuto). In altre parole il GdM nato per parlare dei vivi, si è trasformato in una copia del 2 novembre, ossia nella commemorazione dei morti; 2) perché la memoria che deriva da quest’omaggio implica la reiterazione del precedente paradigma che aveva chiesto il silenzio come scambio di reingresso. Se prima era il silenzio ora è l’omaggio, ma lo scambio è identico: ciò che ti chiedo è la normalizzazione, la cessazione della tua identità; 3) perché quella reiterazione e la persistenza a non normalizzarsi da parte degli ebrei sono percepite come “rendita di posizione”, come “industria”, come sfruttamento di un senso di colpa, da cui il GdM vorrebbe essere il ticket.

Forse non ha torto Elena Loewenthal. Il problema è che le urgenze del tempo presente obbligano a trovare risposte diverse in un contesto in cui sono in rapido aumento la rivendicazione delle appartenenze e le intolleranze.


 Il “Giorno della Memoria” parla a una generazione di ventenni che di fronte hanno la crisi dell’Europa? Se sì, in quale forma, attraverso quali parole, quali immagini? Quell’Europa di cui il “giorno della memoria” era una data significativa ora è in bilico. La crisi dell’uno rinvia alla crisi dell’altra e viceversa. Il silenzio non è una soluzione, ma la conferma di quella crisi. Un suo specchio, più che il suo superamento.  Davide Bidussa

 Penso che le parole di  Elena Loewenthal siano una provocazione alle azioni e alle espressioni sempre più distanti da quella che fino  ad oggi è stata definita   "DEMOCRAZIA".,  verso coloro che attraverso i social, istigano all'odio contro  coloro che la pensano diversamente, a chi non si preoccupa di soccorrere persone in balia delle onde, a chi cerca di dimostrare che l'Unione europea è stata l'inizio di un periodo disastroso