Il cervello continua a funzionare dopo la morte: lo studio Usa
Il team dell’università americana, coordinato dal dottor Sam Parnia, ha basato la sua ricerca analizzando quello che accade al cervello quando il soggetto è vittima di un arresto cardiaco.
Secondo quanto riferito dal dottor Parnia a LiveScience e ripreso dal quotidiano britannico Mirror, quando il cuore si ferma, decretando la morte fisica del corpo umano, le cellule della corteccia cerebrale, riconosciuta come la parte “pensante” del cervello, rallentano la loro attività in modo progressivo, rimanendo quindi funzionanti ancora per un breve periodo di tempo.
In pratica, spiega il dottor Parnia, è come se si rimanesse “intrappolati” nel nostro corpo privo di vita per un tempo indefinito
Che orrore!
Un po' come coloro che si sono svegliati nella cassa da morto e non hanno potuto far niente.
Alcuni di coloro che si sono risvegliati, dopo un arresto cardiaco, hanno narrato di una grande luce : speriamo che sia così anche per chi non si risveglia e che possa andare serenamente incontro alla luce
Eh no, io dopo non voglio saperne più nulla di questo mondo. Tanto meno sospesa per breve che sia il tempo.
RispondiEliminaCara Cristiana se ascoltiamo tutto!!! alla fine moriamo dalla paura di cosa succederà dopo.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Io non credo a queste ricerche. I risultati sono troppo influenzabili dai singoli pazienti.
RispondiEliminaLe cellule vanno avanti qualche minuto, come i capelli che continuano a crescere (anche la barba per una parte non trascurabile della popolazione) ma non c'è più la coscienza né si può parlare di intrappolamento (tranne che per il dott. Parnia).
RispondiEliminaGente non esageriamo. Se ne parlava già nelle aule universitarie ai miei tempi. Parecchi hanno studiato il post mortem e fatto le loro bravorose considerazioni.
RispondiEliminaAccettabile il concetto della durata, perché il cervello ha bisogno dell'ossigeno trasportato nel sangue, niente altro, ma ha una specie di riserva di ossigeno che usa quando lui sa che non c'è altro; finché viene ossigenato lui lavora: quindi vede, sente, analizza odori e sopratutto pensa. Quanto a lungo? Sembrerà un'eternità proprio perché sei immobile e cosstretto, in sostanza pochi minuti ma suficienti a vedere oltre quello che ti aspetta davanti nel tempo oramai fermo.
Quindi NON terrore, MA curiosità. La coscienza c'è Umbekannt; il singolo paziente, meglio il morente, non riesce più ad influenzare nulla, Anna; tu invece aspetterai quello che aspetteremo tutti, Mariella, e non spingere, ché non vale più il sistema terrestre, mettiti in fila come gli altri.
Penso abbia ragione Umbekannt , è uno psichiatra che ha terminato gli studi e preso la laurea in medicina. Curiosità? Di sapere quando l'anima volerà via?
EliminaQUELL'ANONIMO SONO IO, NON SO IL PERCHE
RispondiEliminaCRISTIANA
Me lo immaginavo. Non so perché, mormori esterrefatta. Te lo dico io: PERCHÉ SEI UNA PASTICCIONA.
EliminaIl computer ti chiede sempre "rispondi come" e poi: Cristiana, anonimo etc.
Qualche volta non c'è Cristiana e tu devi dare il tuo account, con nome e parola d'ordine. Tu hai cliccato l'invio senza guardare sotto ed automaticamente ti dà l'anonimo. Sia gloria agli dei.
Ho fatto tutto come al solito, signor maestro, stesso profilo, ma non me l'ha pubblicato.
EliminaOggi ci riprovo
Privatissimo, e mi raccomando, che nessuno lo venga a sapere:
EliminaPRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Inquietante! Ma, sinceramente, non mi va di pensarci adesso. Ne sapremo di più quando ci toccherà.
RispondiEliminaUn abbraccio, cara Cri.
Concord con Unknown e con Vincenzo, non lo vedrei come un incubo, come un essere ingabbiati ancora in un corpo senza vita per alcuni attimi. E poi cmq non mi allarmerei anche perché ogni tanto escono queste fantasmagoriche scoperte scientifiche poi di solito smentite o mitigate nei loro effetti.
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